Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, martedì 20 giugno 2017 -   “Notte di note, note di notte di luna che imbroglia i cani”, “C’è chi inventerà il futuro per tutti gli uomini che passano”, “Mi riga gli occhi d'amore e mi addormenterà dalla parte del cuore”. Sono alcuni versi della canzone “Notte di note, note di notte”,. In pratica: un capolavoro!! Non solo questo brano, ma tutto l’album “La vita è adesso”. Sono passati 32 anni da quando Claudio Baglioni produsse, scrisse, cantò, suonò, ideò, realizzò questo album.

 È un album innovativo nella discografica del cantautore romano: non ci sono quasi più le frasi tipiche di amori piccoli e grandi nello stesso istante, oppure uccellini che vogliono andare via di sabato pomeriggio, o di “signore Lie” che non pensano più ai propri mariti, o di ragazzine di campagna che vengono presi a schiaffi dai genitori per un po’ di rossetto sulle labbra...

Ma ci sono testi più “potenziati e impegnati”, dove la sequenza dei brani descrive una giornata, iniziando dal risveglio “Un nuovo giorno o un giorno nuovo” e concludendo con la notte, con la canzone “Notte di note, note di notte”.

Gli arrangiamenti sono straordinari, realizzati da Celso Valli che ha diretto la London Symphony Orchestra, il tutto registrato in Inghilterra con musicisti inglesi.

È un album che se lo avesse inciso Battisti (scritto sempre da Mogol: Battisti non sapeva scrivere…), o da altri cantautori italiani di quelli “difficili”, sarebbe rimasto ancora di più nella storia della musica italiana.

È pur sempre un album storico: è quello che ha venduto di più da un cantante italiano, 4 milioni di copie. Però su Baglioni c’è sempre e comunque la nuvoletta nera che aleggia di cantante “facile”.

Questa “facilità” Baglioni la perse proprio con questo album, dove l’impegno prende il largo, trattando tematiche come la solitudine e l’emarginazione nel brano “Uomini persi” dove ci sono frasi che interessano anche uomini che decisero di darsi al terrorismo, perdendo non solo la loro vita nella società, ma causando la morte fisica di tanti altri.

Nel brano “L’amico e domani”, Baglioni fa una specie di psicoanalisi: vuole vedersi proiettato in un altro, come se lui stesso fosse il suo amico migliore. Difficile confronto con la propria coscienza, ma il risultato è straordinario sia come testi che come musica.

“Tutto il calcio minuto per minuto”, straordinario affresco di un pomeriggio domenicale, dove una ragazzina immagina storie che non hanno niente a che fare con una partita di pallone; che interessa invece il fratello attaccato alla radio. Ma lei pensa, scandendo i minuti di un incontro di calcio, a quello che sarà della sua vita.

“Un treno per dove” e “Andiamo a casa”, parlano di fuga dalla realtà. Alienazione, smarrimento. È la prima volta che Baglioni si cimenta su questi argomenti. Sono i brani meno riusciti come musica, i testi, ripetiamo sono straordinari.

Era l’estate del 1985. Un’eternità fa!!! E quest’album rimarrà nella storia della musica italiana per tutti questi motivi e tanti altri: da lì a poco si inizierà a parlare di “Word Music”, e Claudio Baglioni iniziò a buttare le basi su questo nuovo genere musicale proprio con questo album.

Almeno in Italia.

Sound Track: “E la vita, la vita” - Cochi e Renato

Book recommended: “La luna e i falò” di Cesare Pavese


Mario Ciro Ciavarella