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Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, giovedì 22 giugno 2017 -  "Caproni! Chi era costui?" ruminavano [pensavano] i ragazzi che si erano trovati davanti quel cognome, seduti ai banchi di scuola, in una stanza quasi a tenuta stagna (intesa come controlli dei professori), con le “fisarmoniche” che non riuscivano ancora ad aprire.  Quando qualcuno si alzò e disse a tutti che era un poeta italiano del Novecento, e che nessuno conosceva perché non si riusciva mai a studiarlo nelle scuole superiori, poiché l’anno scolastico era alla fine.

 Più o meno è stata questa la sensazione di migliaia di studenti che hanno affrontato oggi il primo giorno dell’esame di maturità. Giorgio Caproni, poeta livornese di nascita (nato nel 1912) e genovese di adozione. Il quale scrisse tra l’altro la poesia “Versicoli quasi ecologici”, data come tema di italiano per l’esame di maturità, la quale dice così:

“Non uccidete il mare, la libellula, il vento. Non soffocate il lamento (il canto!) del lamantino. Il galagone, il pino: anche di questo è fatto l’ uomo. E chi per profitto vile fulmina un pesce, un fiume, non fatelo cavaliere del lavoro. L’amore finisce dove finisce l’erba e l’acqua muore. Dove sparendo la foresta e l’aria verde, chi resta sospira nel sempre più vasto paese guasto. Come potrebbe tornare a essere bella, scomparso l’uomo, la terra.  Nel sempre più vasto paese guasto: Come potrebbe tornare a essere bella, scomparso l’uomo, la terra».

Niente di più semplice e nulla di complicato come componimento poetico, che parla di cambiamenti climatici, con conseguenze inenarrabili!!!

Il problema è che non tutti hanno capito che si doveva commentare questo inno alla natura (e come difenderla); ma molti hanno recepito il messaggio della traccia “da maturandi”, come lo  svolgimento sulla vita,  opere e sensazioni del poeta Caproni.

Io penso che non era poi così difficile trattare un tema del genere. Anzi, essendo un compito posto per l’esame di maturità, doveva essere molto più complesso!!

Analizziamo alcuni versi della composizione. “Non uccidere il mare”: sinceramente non so come si possa uccidere un qualcosa che spesso è proprio esso ad uccidere gli altri (naufragi); forse si riferisce all’inquinamento? Il problema è che da qualche parte bisogna pur sempre scaricare, se non si scarica in mare, lo si fa sulla terra.

“La libellula, il vento”: anche qui mi sembra che far fuori (non tanto la libellula) ma il vento, non sia così semplice: è lui magari che uccide gli altri (trombe d’aria).

“Non soffocate il lamento (il canto!) del lamantino, il galagone”: soffocare un tricheco non è così facile, considerando il collo e il peso del soggetto, e bisogna farlo anche in acqua dove vive, e lì si perde!! Con il tricheco non vince  nessuno!!

Il galagone, poi, bisogna prima andarlo a trovare, di notte: è in quel momento che salta da un ramo ad un altro, nelle foreste. Ma chi si va a prendere la briga di uccidere un galagone!!! Se bisogna uccidere qualcuno, essendo un nemico della fauna, si uccide un animale più alla portata di mano!!! Eh??

 “E chi per profitto vile fulmina un pesce”: anche qui la vedo dura!! Fulminare un pesce in acqua… lo si va a comprare e lo si mangia. (Questo Caproni mi sembra vegano…)

“L’amore finisce dove finisce l’erba”: no! anche se l’erba è alta due metri, l’amore può finire lo stesso!! Io ho visto finire amori nelle giungle!! La flora in questo caso ha poco a che fare. Anche se c’è la neve può finire, o se la neve si è appena sciolta, l’amore può non esserci più. Insomma, la fine di un amore è “alla quattro stagioni”.

E poi la poesia continua e termina con temi apocalittici: dove scompare di  tutto, l’uomo, la terra e tutto ciò che è nei dintorni.

Ora, veniamo a noi: io non voglio offendere niente e nessuno, ma tutto ciò come composizione mi sembra una grande fesseria!!!!!!!!!!!!!!! Lo  posso dire? Certo che lo posso dire: l’ho già detto!!

Io non so fino a che punto possano ancora servire questi esami di maturità, se facciamo esaminare come componimento difficile, una poesia del genere, dove lo svolgimento come risposta alla traccia è così semplice che possiamo dire chiaramente: “L’uomo per poter vivere deve distruggere la natura!!” Allora ditelo che questi esami non servono a nulla!!!

Sound Track: “Il ragazzo della via Gluck” -  Adriano Celentano

Book recommended: “Chico Mendes, un sindacalista a difesa della natura” di Gianni Alioti

Mario Ciro Ciavarella