Nicola Maria Spagnoli

Roma, giovedì 17 settembre 2015 - Con questo fanno 45 anni che Janis Joplin non è più con noi ma il suo mito è ancora ben vivo e vegeto! In compenso il suo primo gruppo o quel che resta, gruppo con cui realizzò questo disco, il secondo in verità, pare sia ancora in prolifica attività. Questo disco seguì la strepitosa esibizione al Festival Pop di Monterey del 1967 che la incoronò nuova, e unica, regina del blues. Il primo lavoro era passato inosservato ma Cheep Trills sbancò, arrivando primo in classifica negli Stati Uniti e non solo e ancor oggi lo si può trovare ogni tanto in classifica. Il suo lavoro successivo da solista naturalmente suscitò un’attesa spasmodica ma questo rimane quello più vibrante e genuino.

 Il mondo del Rock venne conquistato da quel blues antico e nuovo al contempo, sanguigno e sensuale, acido e drammatico con le nevrotiche chitarre di Sam Andrew e James Gurley che con la loro sporca psichedelia inseguivano la voce rauca e terribile di Janis in un’impari lotta; quel susseguirsi di bisbigli e rantoli seguiti da drammatiche esplosioni urlate, quasi a mimare un violento - e tenero al tempo stesso - rapporto sessuale fra voce e chitarra. Interpretazioni memorabili, storiche, come quella della lunghissima Ball & Chain o della superba Pieces of my Heart che ormai sono pietre miliari non solo del rock, interpretazioni nemmeno paragonabili a quelle dei dischi successivi (se si fa eccezione per Mercedes Benz e Me & Bobby McGee!).

Cheap Trills sembra un disco in presa diretta e pare quasi di assistere ad uno dei suoi concerti dove Janis dava tutta se stessa come nessun’altra ha mai fatto. Prima di questo capolavoro lei e il suo gruppo appartenevano ai circuiti cosiddetti underground così come l’autore della copertina Robert Crumb, scelto dalla stessa Joplin, che aveva già comunque una certa fama. Come fumettista anche lui è passato infine alla storia e alcune sue tavole sono ora addirittura nel più celebre museo d’arte contemporanea del mondo, il Moma di New York.

Il regista Terry Zwigoff ha perfino descritto la sua movimentata vita in un film titolato appunto Crumb. Ma veniamo a questa storica copertina, una delle prime a fumetti, pensata come una tavola di rivista con riferimenti specifici ai titoli delle canzoni e con le caricature fumettistiche dei vari musicisti e della cantante. Da notare sul fondo a sinistra l’icona mistica di Gurley ripresa da un suo personaggio. Personaggi quasi sempre “forti”come il celebre Friz il gatto, un precursore hard dei Simpson,  e di altri che Crumb pubblicava sulla rivista comic-underground Zap Comix da lui fondata dopo essere fuggito, proveniente da NYC, nella più libera San Francisco. Anche su altre riviste alternative americane impazzavano i suoi fumetti e la rivista OZ molto contribuì alla sua fama.

Anche in Italia Crumb, tramite la rivista Linus  soprattutto, ma anche per merito di Re Nudo e Fallo!, fu maestro di miriadi di disegnatori nostrani, anche dei nostri più grandi e celebrati come Andrea Pazienza, non solo come autore provocatore, specie a sfondo sessuale, ma anche per un fondo di misticismo sui generis come nell’altrettanto celebre Mr, Natural. Ma la fama planetaria lo investì solo quando uscì il film su Friz the Cat. Osannato ma anche perseguitato dai benpensanti nella sua patria, ad un certo punto Crumb preferì trasferirsi nella più liberale Francia dove riprese anche un suo vecchio hobby: suonare in una jazz band! E dove tuttora vive.