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A cura di Nicola M. Spagnoli

Roma, mercoledì 14 giugno 2023 - Nella storia dell'arte europea, il rosso ha avuto fortune alterne, visto che, soprattutto dal barocco in poi, venne associato al peccato e all'inferno, ma non si può dire lo stesso per il periodo medievale e rinascimentale nonché per la preistoria, difatti era il colore preferito delle pitture rupestri quasi sempre realizzate in ocra rosso e proprio per questo colore sopravvissute fino a noi (foto 1).

Il rosso per il Cristianesimo era la trasposizione simbolica del sangue dei martiri ma veniva usato anche per vestizioni sacre come del Cristo e persino per l’abbigliamento di alcune Madonne tipo quelle di Jan Van Eyck (foto 2), per poi diventare nel secolo scorso il colore della rivoluzione, nelle bandiere come in questo dipinto di Giulio Turcato (foto 3) e nelle camicie bolsceviche, anche in quelle dei padri della tecno quali furono i Kraftwerk (foto 4) passando per la linguaccia rossa del logo dei Rolling Stones. Il rosso ha attraversato un po’ tutte le correnti artistiche dall’arte Pop a quella citetica con gli americani Dan Flavin (foto 5) e, specie nell’espressionismo astratto, con Barnett Newman (foto 6) per finire con il nostro concettualismo Enrico Castellani (foto 7) e con le ultime astrazioni del sottoscritto (foto 8).

Ma torniamo alle copertine partendo da quelle più…antiche come il doppio Odessa degli allora, ancora dolci, Bee Gees (foto 9) che è del ’69, passando per il gran successo del terzo album dei Dire Straits (foto 10) ma sorvolando, per non esagerare con le immagini, su Amnesiac dei Radiohead, sul primo Greatest hits degli Aerosmith e sul Diver Down di Van Halen. Come, però, non soffermarci sul fondamentale ‘77 dei Talking Heads di David Byrne (foto 11) con la celebre Psycho Killer? I Rush nell’87 sfornarono un bell’album rosseggiante (foto 12) così pure Billy Joel (foto 13) e i Fugazi che riunirono, a fine ’80, i primi due Ep in questo disco (foto 14).

Anche Eric Clapton si diede al rosso in coperta con Another Ticket ma qui mostriamo, sempre per non inflazionare l’articolo con troppe copertine, i diabolici stoner rocker degli anni duemila, i  Queens of the Stone Age (foto 15) ed i metallari Red (foto 16). Tornando agli italiani, fondamentale è il successo planetario dei Goblin illustrato nell’occhiello che comunque deve molto al Tabular Bells di Mike Oldfield e che fu la colonna sonora del capolavoro di Dario Argento, appunto PROFONDO ROSSO. Vogliamo citare, per concludere, l’Hip Hop dell’esordio storico dei nostri battaglieri Assalti Frontali (foto 17) ed il recentissimo, ancora ai primi posti in classifica, ed ultimo album di Madame (18) la voce più nuova degli ultimi tempi.

 

                                                                                                                    Nicola Maria Spagnoli

 

 

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(foto 2)

 

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