Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, martedì 10 settembre 2019 - ìÈ interessante come nella seconda versione cinematografica del romanzo, quella del 2018 con la regia di R. Bahrani, i “pompieri” incendino non solo i libri, ma qualsiasi altro supporto che possa informare l’umanità: file, computer, cd, spartiti musicali… e il tutto venga trasmesso in diretta televisiva mondiale sulle pareti dei grattacieli.

Parliamo di un futuro distopico (progresso alterato in senso negativo) lontano anni luce da noi. O almeno questa è l’impressione. I “pompieri”, lo diciamo tra virgolette, in questa storia non sono stati ideati per spegnere gli incendi, ma per appiccarli!! E lo devono fare solo per danneggiare i libri e le case dove vengono nascosti.

La gente non deve sapere!! È tutto racchiuso in questa frase, il senso del romanzo. Deve governare l’ignoranza. Ma anche non far nascere un disagio interiore che potrebbe infliggere agli uomini momenti di depressione, dubbi, riflessione e tutto ciò che ci differenzia dal resto della fauna.

Di roghi di libri nella storia dell’uomo ce ne sono stati tanti: addirittura il primo risale all’anno 212 dopo Cristo, in Cina molti intellettuali vennero sepolti vivi per aver disubbidito all’ordine di Qin Shi Huang di incendiare i loro libri, cosa che venne poi fatta dai militari dell’imperatore. La distruzione della biblioteca di Alessandria, addirittura di questo avvenimento non c’è una data ben precisa! Però decine di migliaia di libri vennero incendiati, su questo non ci sono dubbi.  

Nel 1534, durante la rivolta di Munster (città tedesca della Renania Settentrionale-Vestfalia), predicatori anabattisti dichiararono Münster la Nuova Sion e bruciarono qualunque libro che non fosse la Bibbia(??!!) Il rogo dei libri di Giordano Bruno (al rogo pure lui) nel 1600. E tanti altri incendi e roghi che di tanto in tanto hanno accompagnato la storia dell’uomo.

Chissà perché c’è il bisogno di annullare lo scibile umano? Si ha paura non della verità: nessuno la conosce!!! ma che la gente possa pensare e “ideare” la sua verità, che quasi sicuramente sarà in contrasto con quella degli altri. In questo romanzo, scritto da Ray Bradbury nel 1953, si racconta di come il pompiere Guy Montag, faccia il suo dovere senza sapere cosa possa contenere un libro. Esegue gli ordini, e basta. Poi, improvvisamente incuriosito da quei volumi, inizia a leggere: vuole capire cosa ci possa essere di così pericoloso in quelle pubblicazioni.

Le letture del pompiere “letterato” fanno nascere in lui i primi dubbi, malessere interiore. Un suo diretto superiore se ne accorge e “cerca di risolvere il problema”. Fermiamoci qui con la trama del romanzo: quello che ci interessa è capire la “pericolosità” della lettura. Fin quando non si sa, inteso come informazione, si vive “felici e contenti”; quando inizia a balenare in noi qualche incertezza dettata dalla lettura di un libro qualsiasi, è da quel momento che l’uomo inizia ad essere diverso rispetto agli altri animali suoi simili. Non dimenticare mai che anche l’essere umano è un animale!! Altrimenti i nostri simili si arrabbiano se sanno che ci consideriamo superiori: siamo solo diversi rispetto a loro!!

Dialogando quotidianamente con amici e parenti, spesso ci si accorge che trattando argomenti non eccelsi come tematiche, l’informazione langue!! Non c’è! è assente! Spesso si parla per dare vita ad un fenomeno fisiologico: aprire la bocca per respirare!

La lettura è talmente importante e “pericolosa” che fa nascere la consapevolezza di essere vivi!! E che questa condizione non sarà per sempre. E ci pare poco sapere questo?? Essere consapevoli! Avere coscienza, non inteso come: educazione, correttezza, sentimenti, ma sapere che c’è un inizio e una fine. E da quel momento, dopo la lettura, ognuno può trarne le conseguenze che vuole. Siamo liberi di interpretare la nostra personale esistenza come meglio crediamo.

Ma abbiamo bisogno di una guida: la lettura. Quale tipo? qualsiasi. L’importante è che ci dia un imput sul nostro modo di pensare. Non essere condizionati, ma sapere cosa ne pensano gli altri su argomenti di vitale importanza. Confronto intellettivo. Cercare una risposta a qualsiasi domanda. Almeno cerchiamo, invece di farci convincere dagli altri (che non leggono…)

Fino all’invenzione della stampa, nel 1448 grazie a Jannes Gutenberg, quasi tutta l’umanità non sapeva leggere. Non si aveva una pur minima idea del mondo. E queste idee venivano inculcate negli uomini dai potenti, soprattutto dalla Chiesa, che intimoriva i fedeli raccontando i castighi di dio se non si faceva come indicato da quella Chiesa. Ma poi di Chiese ne nacquero tante… E quale fu il primo libro ad essere stampato da Gutenberg? La Bibbia!!

E grazie a lui i concetti divini divennero più chiari: non si aveva più bisogno di un “interprete” (teologo), ma volendo ognuno si faceva un’idea della parola di dio. La “pericolosità” della lettura e della conoscenza, viene messa in discussione anche nel libro “Il nome della rosa” di Umberto Eco, dove solo gli “eruditi” dovevano sapere la “Verità”, e se qualcuno volesse conoscerla, rischiava la morte.

Siamo fatti così: governare sull’IGNORANTITA’ del prossimo!!   

E quindi è “meglio” incendiare qualsiasi fonte di saggezza: facendo dei roghi dove mettere al centro lo scibile umano, appena la temperatura raggiunge i 451 gradi fahrenheit, con la quale prende fuoco la carta!!

Mario Ciro Ciavarella Aurelio