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Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, giovedì 3 marzo 2016 -  La cassa di un bar spesso viene considerata come l’ultimo passaggio obbligato quando ci si serve al bancone. Si ordina, si mangia, si beve, e se poi ce ne ricordiamo… paghiamo. E per pagare bisogna passare per la cassa. Cosa che non sempre avviene. Dicendo che quello che è stato consumato è già stato pagato dall’amico che era appena uscito dal bar. Oppure, quello che è stato appena consumato sarà pagato da un amico che ancora non finisce la consumazione… e noi intanto usciamo dal bar.

 Trucchi da cinema di serie zeta, o situazioni che possono dar vita a delle barzellette di terza categoria. Eppure come spesso accade, molti dei nostri politici sono capaci di andare oltre il limite della decenza riuscendo a consumare ai bar del nostro parlamento e di non pagare.

 Nonostante il caffè e consumazioni simili sono di importo inferiore di un bar cosiddetto “normale”. Molti parlamentari non pagano le consumazioni ai “loro” bar.

 La cassa dei bar di Montecitorio sono… al risparmio nel senso che in un anno è stato registrato un ammanco di 100.000 euro(??!!)

 Centomila euro che non sono entrati nelle casse dei bar di Montecitorio. Dovremo fermarci qui per non infierire su quelli che sono i nostri rappresentanti sul suolo patrio.

 Il calcolo è stato fatto della società Compass, che gestisce il servizio, la quale subito è ricorsa ai ripari mettendo dei “controllori” per verificare che tutti i deputati abbiano in mano gli scontrini (e quindi già pagato) delle consumazioni da fare ai banconi.

 Naturalmente molti degli “imputati” beccati sul fatto hanno risposto in modo poco… onorevole quando sono stati ripresi dai baristi. “Onorevole, prima pagare e poi consumare”.

 A questa frase molti ONOREVOLI si sono offesi, e quasi quasi stanno preparando un’interpellanza parlamentare per capire se i baristi e le cassiere dei bar di Montecitorio sono… finanzieri o semplici impiegati di un bar.

 “Ma come si permette un barista di dire a noi deputati come comportarci dentro la nostra Camera? Ma come, non si fidano di noi? ma veramente pensano che noi, dopo, non passiamo per la cassa a pagare?”

 “Evidentemente non tutti lo fanno, altrimenti non ci sarebbe un ammanco di 100.000 euro in un anno”, rispose il barista.

 “Ah è così? E allora interpellanza parlamentare per mettere in riga baristi, cassiere e tutto ciò che circola nei bar di Montecitorio. In modo tale che ognuno faccia il proprio dovere: il barista al bar, la cassiera alla cassa e il finanziere alle finanze”, minacciò il deputato con poca memoria… dopo il cappuccino.

 E così, subito partì la raccolta delle firme per l’interpellanza parlamentare  intitolata: “Cassa di risparmio”. Come dire, chi risparmia in quelle casse? Chi non dà il dovuto alle casse dei bar di Montecitorio?

 In pratica partì una specie di caccia ai colpevoli.

 “Signor presidente della Camera, signori deputati, ultimamente molti di noi onorevoli colleghi qui presenti, siamo stati indirettamente accusati di non fare lo scontrino alle casse dei bar, e quindi di mangiare e bere gratis. E con questa interpellanza parlamentare vogliamo:

 - verificare se il personale dei bar è capace di intendere e di volere.

 - verificare se il personale dei bar conosce a memoria le 4 operazioni

 - verificare se il personale dei bar riesce a dare sempre il resto giusto

 - verificare se il personale dei bar quando esce da Montecitorio non esca con le tasche piene dei soldi di noi deputati (alla fine i ladri sono i baristi, n.d.a.)

 - verificare se il personale dei bar, travestendosi da deputati, non consumino LORO caffè, merende, tramezzini, ecc. dando poi la colpa a noi”.

 L’interpellanza parlamentare ebbe successo. E subito tutto il personale dei bar di Montecitorio venne messo in fila per verificare che avessero tutti i criteri per espletare al meglio quel compito.

 Allineati e quasi spinti con le spalle al muro, si ritrovarono fianco a fianco baristi, cassiere, camerieri e tutto ciò che serve in un qualsiasi bar. Il personale venne interrogato, controllato, schedato.

 E si raggiunse alla seguente conclusione: “Il personale tutto dei bar di Montecitorio, non ha le caratteristiche per poter continuare ad espletare il proprio compito. Quindi tutto il personale viene licenziato. E verrà sostituito da nuovi assunti, che sappiano distinguere i diritti e i doveri degli onorevoli deputati… dai diritti e doveri del resto degli italiani”.

 In pratica con questa “sentenza” gli onorevoli deputati della Repubblica Italiana hanno voluto dire che, se loro hanno dei privilegi in tutto e per tutto, perché andargli a rompe i coglioni quando stanno a fare colazione???

 Gli diamo proprio tutto: stipendi altissimi, agevolazioni bancarie e sanitarie, vitalizi, pensioni d’oro, immunità parlamentare, entrate gratis in tutti i luoghi pubblici, trasporti gratis, doppi-tripli incarichi istituzionali; e poi gli andiamo a contare se i centesimi da lasciare ai bar di Montecitorio ci sono o meno??

 Ma allora diciamolo: noi italiani non sappiamo come passare il nostro tempo libero, se poi vogliamo sapere se i nostri Onorevoli pagano o meno un caffè (e non solo quello…)

  

                                                         Mario Ciro Ciavarella