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Luigi Ciavarella

San Marco in Lamis, sabato 9 aprile 2016 - L'ultima volta con cui ho avuto il piacere di parlare con lui è stato un paio di anni anni fa durante i preparativi del concerto del 21 settembre che, come si sa, coinvolse un po la crema musicale del paese per via dei noti fatti di cronaca. Finalmente avevo il modo di conoscere dalla viva voce di uno dei protagonisti di quegli anni favolosi alcuni aspetti mancanti della mia ricerca sullo sviluppo della musica pop sammarchese dei 60 poiché lui di quel periodo lo era stato.

 Infatti fu molto felice di rinvangare il suo passato, felice di riaprire una pagina della sua vita per raccontarmi di fatti "preistorici" e fu un fiume in piena tanta era la passione con cui circostanziava fatti ed eventi, come se non aspettasse altro da lungo tempo al punto che fu necessario interromperlo per dare più consistenza alla sua narrazione... Raccontò con dovizia di particolari aneddoti, tempi e curiosità che mi appassionarono molto. Insieme a noi, intorno al tavolo, altri musicisti che di li a poco avrebbero raggiunto il palco interferivano nella nostra conversazione.

Il fatto che mi colpì fu che Tonino si sentiva a proprio agio in mezzo a tutti noi come se quel mondo di suoni, di canzoni, di strumenti, di concerti, ecc.. gli fosse sempre appartenuto.Lui aveva suonato il sassofono credo che fosse l'unico a farlo in modo sistematico all'interno di una band ( gli indimenticabili Mods). E gli anni sessanta, che lui mi aveva sostanzialmente cosi ben raccontato quella sera, in fondo altro non sono stati che i nostri anni di grandi aspettative di una generazione ancora in bianco e nero, periferica, forse illusa, ma ricca di inventiva e di giovinezza che provava a rinnovarsi, ad aprirsi alla modernità cosi tanto auspicata ma mai raggiunta in pieno come forse tutti avremmo voluto. Ciao Antonio. R IP