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Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, mercoledì 11 maggio 2016 -  Non si capisce perché a volte la giustizia in Italia si accanisca su certe persone sì e su altre no. E’ come se fosse un fatto di simpatia e antipatia, che sfida il buonsenso di gente che conosce la legge, e che infatti giudica tutti i giorni.  Non voglio fare il solito discorso del delinquente pericoloso che è fuori e del fessacchiotto che paga fino all’ultimo secondo in una cella la sua condanna. Ma sembra che ci sia dell’altro sotto certe storie.

 Un sottofondo umano che forse nessuno riesce a capire fino in fondo. Forse esperimenti sociali e psicologici per vedere la mente umana di gente che paga la propria pena, fino a che punto riesce a resistere. Una specie di esperimenti post-olocausto, per continuare quello che i nazisti non sono riusciti a completare.

 E l’esperimento in questione potrebbe essere quello che da molti anni è soggetta una signora di 83 anni, Stefanina Malu, sarda. Questa signora è la detenuta più anziana che c’è in Italia, e nonostante la sua venerabile età non riesce proprio ad uscire dal carcere.

 Quando è entrata in carcere per la prima volta non lo ricorda nemmeno lei, il tutto perchè ha dovuto campare al famiglia, ha otto figli, e per tirare su la prole decise tanti decenni fa di spacciare droga.

 E c’è riuscita, se guardiamo il suo curriculum. Deve scontare ancora un altro anno e mezzo in carcere e poi sarà libera. Lei naturalmente vorrebbe uscire un po’ prima, anche perché le sue condizioni di salute non sono delle migliori. Ma il giudice ha detto di no!!

 In Sardegna è conosciuta da molti, e molti le vogliono bene come lo si vuole ad un’anziana nonna che non ha avuto una vita perfetta, ma lei ripete spesso che gli sbagli sono stati quasi obbligati avendo uno stato di famiglia chilometrico.

 E allora, perché tanto accanimento sulla signora Stefanina? Come dicevamo gli esperimenti non finiscono mai. Sulla pelle dell’uomo è stato sperimentato di tutto: creme abbronzanti, medicinali nuovi di zecca, pozioni quasi magiche per non far cadere i capelli, pozioni quasi magiche per far crescere i capelli(!!??), intrugli per togliere le vene varicose e tutto ciò che nei campi di concentramento non si è avuto modo e tempo di sperimentare.

 E adesso, evidentemente, visto che la signora non vuole “decidersi” qualche giudice vuole sperimentare sulle rughe e sull’apparato cardiorespiratorio di Nonna Galera, fino a quando un “delinquente” riesca a resistere in un carcere. (C’erano tanti altri soggetti da sottoporre ad esperimenti del genere…)

 E si sta capendo che l’organismo della nonna, confezionando pacchettini di droga per almeno 50 anni, si è immunizzato ad ogni tipo di malattia, non solo, ma in quelle confezioni dentro ci metteva anche… dei pensierini. Come si fa con i Baci della Perugina. Una dose e un pensierino.

 In fondo è sempre una donna: è stata prima una madre e poi una nonna. Pensierini e cocaina forse andavano a braccetto in quelle confezioni, ed è questo aspetto che ha fortificato l’animo e il corpo di questa spacciatrice ante litteram.

 “Pensa ai tuoi figli e poi annusa, se ti va”.

 “E’ necessario fartela questa dose o è meglio conservarla? Soddisfatto o rimborsato: puoi sempre riportarmela indietro”.

 “Ricordati che non sempre l’erba che annusa il tuo vicino è quella più forte, la tua potrebbe essere ancora più inutile”.

 “La verità è oltre un mucchio di cenere da bruciare sotto il tuo naso”.

 “Io ho otto figli e sono vivi perchè la droga non la usano. Ma la vendono”.

“E i miei nipotini faranno lo stesso: non si drogheranno”.

 Ecco, forse ci metteva dei pensierini come questi nei pacchettini con la droga e che hanno fortificato il sistema immunitario dell’anziana detenuta. E se, cara legge, vuole mettere fine a questa inutile detenzione, metta fuori dalla cella Stefanina Malu e datele la possibilità di vedere il paradiso… da viva, facendole tirare una boccata di quello che sicuramente non ha mai usato.

 Altrimenti non sarebbe arrivata a 83 anni… in una cella…

  

                                                                     Mario Ciro Ciavarella