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Il Consigliere Comunale Nicola Potenza

San Marco in Lamis, martedì 8 novembre 2016 - L’Italia è uno dei Paesi a maggiore rischio sismico del Mediterraneo, sia per l’elevata frequenza dei terremoti che per l'intensità che alcuni di essi hanno raggiunto nella storia. Secondo la classificazione sismica attualmente in vigore, il territorio italiano è suddiviso in quattro zone, a pericolosità decrescente. In particolare la Zona 1 è quella più pericolosa, dove possono verificarsi fortissimi terremoti a frequenza maggiore, mentre la Zona 4 è quella a minor rischio, in cui i terremoti sono rari.

 Il Comune di San Marco in Lamis è classificato in Zona 2, nella quale possono verificarsi forti terremoti. Con lo stato di conoscenze attuali i terremoti non sono prevedibili, né per area né per intensità, e neppure in concomitanza di uno sciame sismico si è in grado di affermare se l’evento di intensità maggiore si sia già manifestato o debba ancora verificarsi. L’unico modo per farsi trovare preparati consiste in una sistematica prevenzione, sia per la salvaguardia delle vite che degli edifici ed immobili, nonché dei beni ivi contenuti. Il 60% del patrimonio edilizio italiano è antecedente al 1974, data di emissione della prima normativa sismica nazionale, perciò il futuro dell'edilizia sarà votato sempre più verso il recupero dell'esistente, ed è altrettanto evidente come questo processo debba necessariamente passare attraverso la conoscenza dello stato di fatto del patrimonio edilizio esistente. Conoscenza significa poter pianificare il futuro.

Sapere quali sono le carenze strutturali di un edificio può permettere di pianificarne gli interventi di adeguamento, magari associandoli ad interventi di recupero già programmati; o, al limite, modificarne la destinazione d'uso al fine di rendere l'edificio compatibile con le risorse che può metter in gioco in caso di evento sismico. O, ancora, definire puntuali interventi che consentano un miglioramento (e non l'adeguamento) delle strutture, comunque compatibile con la vita stimata residua del manufatto. Secondo il recente rapporto annuale di Legambiente, Ecosistema scuola, appena il 2,3 % del patrimonio edilizio che ospita istituti scolastici risulta costruito secondo criteri antisismici, nonostante più del 55 % degli immobili sia stato realizzato dopo il 1974, data, come già enunciato, di entrata in vigore della prima normativa antisismica in Italia. La domanda che oggi ogni cittadino si pone è quella di conoscere se i luoghi che abitualmente frequenta nella propria città siano sicuri e se resisterebbero di fronte ad un terremoto.

Per poter rispondere in maniera univoca e precisa a questa importantissima domanda, è necessario che un edificio sia stato sottoposto preventivamente ad una valutazione di vulnerabilità sismica. Per vulnerabilità sismica si intende la valutazione della possibilità che persone, edifici o attività subiscano danni o modificazioni al verificarsi dell'evento sismico. Essa misura, da una parte, la perdita o la riduzione di efficienza, dall'altra la capacità residua a svolgere ed assicurare le funzioni che il sistema territoriale nel suo complesso esprime in condizioni normali. Ad esempio, nel caso degli edifici la vulnerabilità dipende dai materiali, dalle caratteristiche costruttive e dallo stato di manutenzione ed esprime la loro resistenza al sisma. Il Consigliere Nicola Potenza – consigliere comunale Gruppo ‘San Marco nel cuore’ – Città di San Marco in Lamis (FG) La verifica di vulnerabilità ai fini sismici, ad esempio di un edificio scolastico, tiene conto del comportamento della struttura principale che costituisce l’opera (dalle fondazioni, fino alla copertura) e di tutti gli aspetti riguardanti la sicurezza (la stabilità) di elementi non strutturali (controsoffitti, impianti, corpi illuminanti, scaffalature, comignoli, ecc.).

Dopo il terremoto in Puglia e Molise del 2002, è stata emanata l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003, la quale, tra le altre, ha introdotto l’obbligo per gli Enti proprietari di procedere alla verifica sismica degli edifici strategici e di quelli rilevanti per finalità di protezione civile. In particolare, ai sensi delle norme vigenti, è obbligatoria la verifica mentre non lo è l’intervento, a meno di problemi di stabilità legati ai carichi verticali. In base all’esito della verifica il proprietario deve programmare eventuali interventi da realizzare entro un determinato periodo di tempo, in funzione, appunto, dei risultati della verifica stessa. Nel mese di marzo 2013 è scaduto, dopo ripetute proroghe, il termine ultimo entro il quale gli edifici e le opere di interesse strategico e/o rilevanti dovevano essere sottoposti a cura dei rispettivi proprietari ad una verifica tecnica per stabilirne il grado di sicurezza nel caso di evento sismico.

La settimana scorsa, alla luce di quanto illustrato, ho presentato un’interrogazione scritta al Sindaco della nostra Città affinché tutta la cittadinanza sia messa al corrente su quali siano gli edifici rilevanti per finalità di protezione civile e se gli edifici pubblici presenti nel nostro paese, in particolare le scuole, rispettino gli standard definiti dalle norme tecniche vigenti, ovvero se siano stati sottoposti ad analisi della vulnerabilità sismica. L'occasione è utile per fare il punto della situazione: un modo di fare chiarezza e rassicurare i cittadini, specie i genitori, riguardo la sicurezza degli edifici pubblici, in particolar modo le scuole. Il tutto è finalizzato sia per conoscere lo stato reale degli immobili comunali, che per individuare quelli più a rischio sul territorio e pianificarne gli interventi utili al ripristino della sicurezza.

Nei prossimi mesi si prevede la pubblicazione di diversi bandi per la concessione di finanziamenti pubblici per la messa in sicurezza sismica degli edifici e, pertanto, bisogna essere pronti a possibili benefici economici e predisporre in tempi rapidi e certi eventuali adeguamenti sismici degli immobili più a rischio. Effettuare al più presto le verifiche di vulnerabilità sismica sulle strutture comunali, se non presenti oppure ad oggi non attuali e scientificamente valide, diventa indispensabile per poter predisporre dei progetti mirati di adeguamento sismico degli immobili a rischio.

San Marco in Lamis, 8 novembre 2016

 

Nicola Potenza

consigliere comunale