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Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, sabato 19 novembre 2016 -  Non è una storia nuova, quella di farsi ibernare per poi poter “rinascere”,  quando verrà trovata la cura che ha messo fine alle vite di alcuni esseri umani che non ce l’hanno fatta a vivere di più.  Anche se la notizia di oggi vede in primo piano una ragazza inglese di 14 anni che prima di morire espresse il desiderio di farsi crioconservare. E così è stato.

  Ci sono almeno 2.000 persone che hanno scelto di farsi ibernare in attesa che muoiano, e quando tra un centinaio di anni (almeno) qualcuno scoprirà i farmaci giusti per riportarli tra i viventi dell’epoca, potranno dire: “Dove eravamo rimasti?”. Trecento sono già in attesa delle cure del futuro, essendo defunti da tempo.

 Il tutto alla modica cifra di 150.000 euro per vivere per sempre!! e di rimanere in attesa con il proprio corpo immerso in azoto liquido alla temperatura di meno 196 gradi. Per chi fosse interessato queste sono le società addette a mettervi… nel frigo: due negli Stati Uniti, la Alcor e il Cryonics Institute, e la russa Kryorus.

 Ora, se fosse possibile tutto questo, nel senso che il futuro progresso scientifico possa rimettere “a nuovo” chi ormai è andato da tempo (nessuno lo sa se è scientificamente possibile: non c’è stata ad oggi nessuna resurrezione), come potranno vivere quelli che ritorneranno tra i vivi??

 Avranno ancora dei parenti stretti viventi che si ricorderanno di loro? Penso di no, almeno che famiglie intere decidano di farsi congelare e di darsi appuntamento nel futuro, con uno scongelamento quasi simultaneo!!?? Altrimenti quelli scongelati, poichè guariti dalle patologie che hanno portato loro alla morte, rimarranno da soli: nessun amico o parente che conoscano.

 E poi, avranno un’occupazione? E se sono morti da pensionati continueranno a riscuotere la pensione come quando erano vivi? Una specie di… autoreversibilità della pensione?? E la residenza, in quali case abiteranno, in quelle in cui morirono? Il problema non è da poco. Ci vorrà un ufficio apposta, una specie di servizio sociale post-mortem, per riabilitare questi “disadattati”. Il problema non è da poco! 

 E se è già stato giudicato dall’Altissimo, essendo defunto, magari tornando sulla terra potrà rimediare i suoi errori ritornando tra i viventi? E dio non si offenderà quando un’anima già giudicata nell’Aldilà non risponderà più all’appello essendo stata “scongelata”? San Pietro e Caronte avranno ancora un ruolo di primo piano nell’Altro Mondo? Magari non saranno solo attenti a quelli che entrano, ma anche a quelli che stanno per uscire!!

 C’è qualcosa che non va in questa crioconservazione: non si è pensato allo spirito e all’anima!! Chissà se anche questi elementi non strettamente materiali si potranno congelare e rimanere attaccati ai corpi dei crioconservati. E c’è anche il pericolo che ritornando a nascere solo  con il copro, l’anima patirà il fuoco dell’inferno oppure godrà delle beatitudini del Paradiso, mentre il corpo vagherà su strade di un mondo mai visto prima.

 Sarà un corpo senza sentimenti, solo carne, sangue e ossa che dovrà  imparare tutto da zero, vivendo in un futuro molto lontano, dove anche il modo di comunicare sarà diverso. Un futuro fatto da gente che forse sarà rinata anche più di una volta: doppia morte e doppia crioconservazione!!??

 Conti non regolati nella prima vita si potranno portare a termine nella seconda, quando incontreranno gente con la quale hanno delle cause in  sospeso, oppure delle parole non dette poiché il tempo non era sufficiente.

 Una seconda possibilità, praticamente. Ma forse anche con due vite non saremmo contenti di come certe storie sono finite.

                                        

  Mario Ciro Ciavarella