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Redazione

San Marco in Lamis, mercoledì 9 agosto 2017 - Sono quattro le vittime ritrovate nei pressi della stazione ferroviaria di San Marco in Lamis.  Un esecuzione stile mafia, nelle prime ore di questa mattina una raffica di colpi d’arma da fuoco all’indirizzo di due autovetture ritrovate nei cambi adiacenti alla stazione ferroviaria dismessa, in due punti differenti, a distanza di 500 metri l’una dall’altra. Due persone a bordo di ciascuna auto, tutte decedute. L’omicidio quindi è quadruplo. Il corpo di una delle vittime è stata ritrovato sui binari, ucciso molto probabilmente mentre tentava la fuga. 

 I veri bersagli dei killer erano un boss, Mario Luciano Romito, di 50 anni, di Manfredonia, e suo cognato, Matteo De Palma, di 44 anni, che erano a bordo di un maggiolone. Uccisi anche due contadini, Luigi e Aurelio Luciani, rispettivamente di 47 e di 43 anni, a bordo di un Fiorino, testimoni involontari del duplice omicidio. Secondo la ricostruzione fatta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Foggia che indagano sull'episodio, un'automobile con i sicari a bordo avrebbe affiancato il maggiolone sul quale si trovavano Romito, ritenuto dagli investigatori uno degli esponenti di spicco dell'omonimo clan che negli ultimi anni si e' contrapposto al clan dei Libergolis nella cosiddetta faida del Gargano, e De Palma. I killer hanno aperto il fuoco con un fucile d'assalto Kalashnikov AK-47 e un fucile da caccia calibro 12, uccidendo sul colpo Romito e De Palma per poi inseguire e uccidere i fratelli Luciani, incolpevoli testimoni. 

L'agguato è avvenuto in un tratto di strada della provinciale 272 che si trova a pochissimi chilometri da San Severo e Apricena, altri due Comuni dove recentemente sono avvenuti omicidi a causa della lotta tra clan per la spartizione degli affari illeciti sul territorio. "Quello che è accaduto è terribile, non ci sono altre parole per descrivere quello che è successo": ha commentato Michele Merla, sindaco di San Marco in Lamis. "Non ho ancora particolari su quanto avvenuto", afferma Merla. "C'è nel territorio compreso tra San Marco in Lamis, San Severo e Apricena, tutti comuni poco distanti l'uno dall'altro - aggiunge il sindaco - una lotta di mala e quello che è avvenuto - aggiunge - potrebbe essere, ma non ho alcun elemento, lo sto solo ipotizzando, una scia delle stragi già avvenute di recente sul territorio". (ANSA)