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Antonio Del Vecchio

San Marco in Lamis, lunedì 25 settembre 2017 -  L’incidente  in Grotta che ha stroncato la vita al giovane speleologo Roberto Giacobbe di San San Marco in Lamis ha suscitato sgomento e dolore, anche a Rignano Garganico, dove la speleologia è una pratica più che ventennale, per quanto si dirà. La tragedia, come noto, è accaduta  nel pomeriggio dell’altro ieri  a Corleto Monforte nel salernitano .  Il 35 enne speleologo, che era residente  in quel di Torremaggiore,  è precipitato in fondo ad una grava, profonda circa una sessantina di metri.

 In quel momento egli era intento assieme ad una diecina di compagni ad una delle solite escursioni di passione e di mestiere. Infatti, l’interessato non era un novellino, ma un provetto ‘scalatore’ , ma una fune lo avrebbe tradito spezzandosi improvvisamente, mentre era intento a salire. I compagni, tra cui alcuni rignanesi della locale sezione speleo-archeologica hanno allertato i soccorsi, prontamente intervenuti, che al termine di una spericolata discesa nell’inghiottitoio  alla  fine sono  riusciti a recuperare il corpo, ormai esanime del giovane, e a portarlo su all’aperto.  Per cui per i sanitari del 118 intervenuti nel frattempo non c’è stato nulla da fare. 

Il luogo- causa della disgrazia si chiama ‘Grava del Falco’  , un inghiottitoio che collegherebbe tra loro le grotte di Castelcivita (Campitelli), un paese di oltre 1500  anime, sito come Rignano su uno sperone a 550 msm. Forse era proprio questo il motivo della ricerca-esplorazione. Giacobbe, di professione infermiere, grazie alla sua esperienza-bravura, faceva parte come volontario del Corpo del Soccorso Alpino e Speleologico più volte aveva compiute missioni esplorative sul Gargano.  Le indagini sono affidate ai carabinieri di Bellosguardo, coordinati dalla compagnia di Sala Consilina. La notizia non appena si è diffusa, è stata accolta con grande cordoglio e stupore, non solo a San Marco in Lamis, ma anche a Rignano Garganico, dove il lavoro svolto  dagli speleologici era molto conosciuto  ed apprezzato non solo dagli addetti ai lavori, ma anche dalle popolazioni. Lo era soprattutto per via delle innumerevoli e straordinarie scoperte sul campo.

Basti pensare che in proposito anni addietro è stato pubblicato addirittura un libro. Tra le  scoperte più sensazionali, c’è da evidenziare quella della Grava del Serpente in località Iancuglia (bosco tra Rignano e San Marco in Lamis), profonda circa 300 metri. A quanto si è appreso, i funerali di Giacobbe dovrebbero svolgersi domani a Torremaggiore, dove lascia affranti la moglie e due figli in tenera età.