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Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, lunedì 6 novembre 2017 -  La cosa bella del Genere Umano è che parla! Nel senso che ha un suo modo unico di comunicare con il prossimo, diverso da tutte le altre specie viventi. Parliamo con il linguaggio, con le smorfie, con i sorrisi, con le lacrime, con il movimento delle mani, con i baci e gli abbracci. Abbiamo un vocabolario non solo vocale ma anche emozionale, che a volte ci sembra anche troppo per esprimere i nostri sentimenti. Anche se spesso avremmo bisogno di più silenzio.  

 Nel silenzio nacque l’Universo, se prendiamo per buona l’ipotesi del Big Bang. Non ci fu nessuno scoppio all’Inizio dei Tempi. È solo una rappresentazione grafica e visiva quella che viene spesso mostrata a livello didattico per far capire come è nato il mondo.

 Il primo vagito, il neonato universo, lo emise dopo 376.000 anni  dall’immane esplosione. Come se dio avesse creato il mondo senza parlare, e le prime frasi le disse solo dopo 376.000 anni.

 Con la Parola venne creato il mondo (per i credenti) e con essa si regge (la preghiera). La parola ha dato un senso alla storia dell’uomo. Senza di essa non ci sarebbero state le varie tappe che dalla preistoria ci ha portato a vivere le nostre vite fino ai giorni nostri.

 Abbiamo inventato preghiere che ci avvicinano a dio e a tutto ciò che è buono e giusto. Ci sono delle religiose “specializzate” a reggere il mondo soprattutto con la parola, sono le suore di Clausura. Ordine fondato da San Francesco e Santa Chiara.

 L’ordine delle Clarisse negli ultimi tempi sta attraversando un periodo di  forte crisi, ma quelle poche che sono rimaste sono più che mai unite e lottano per noi servendosi dell’unica arma che hanno: la preghiera.  Quando un convento di  questo ordine viene chiuso, le poche religiose rimaste vengono trasferite in un altro luogo di preghiera.

 Oggi è toccato chiudere il convento di clausura di Milano, quello di Porta Romana fondato da San Carlo Borromeo, e dal 1713 operavano le suore di clausura dell’ordine salesiano della Visitazione. Le ultime quattro suore sono state trasferite nel convento di Soresina (Cremona). Non è la prima volta che si prendono decisioni del genere: le vocazioni latitano e queste monache stanno diventando una “specie protetta”.

 Ci sfugge come una preghiera possa reggere dei muri che proteggano gli uomini dal peccato e dalle insidie del male. Forse abbiamo  dimenticato come un salmo diretto a dio possa far crescere delle barriere tra noi e tutto ciò che ci è ostile.

 Le parole “emanate” da queste suore, che sono state  trasferite in un altro luogo, viaggeranno, si muoveranno, per dire a quelli che le ascolteranno, non solo per la prima volta, che le parole viaggiano.  Vengono trasferite anch’esse così come si fa con degli esseri umani che cercano altri luoghi dove vivere.

 Le parole non più recitate in quel convento di Milano appena chiuso,  saranno dette altrove e ascoltate da nuovi uditori, i quali forse le considereranno come se fossero delle novità cadute da cielo. Mai ascoltate prima: evangelizzazione

 Le parole sono sempre quelle. Il bello è che quando i luoghi cambiano,  sembrano sempre parole diverse.

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Mario Ciro Ciavarella