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Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, venerdì 10 novembre 2017 -  Apprendiamo tutto quello che sappiamo in decenni di studio o apprendistato, fatti presso scuole o laboratori. La volontà ha il suo peso, ma anche la genetica e l’ambiente che contraddistinguono ognuno  di noi. Siamo nati per sapere, diceva Dante Alighieri nella Divina Commedia,   enunciando il famoso "Fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza", fatto recitare ad Ulisse, quando invogliava i suoi amici di avventura di ritorno da Troia per superare le Colonne d’Ercole.

  Una volontà di apprendere di tutto, compresa la volontà di dio che a tutti sfugge, anche se alcuni si sono “avvicinati”.

 Il protagonista principale della presente storia è un ragazzino, Giacomo Martino Modanesi nato nel 1640 a Budrio (Bologna) che, grazie alla sua sapienza e conoscenza praticamente su tutto lo scibile umano del diciassettesimo secolo, mise in difficoltà più di una mente eccelsa del tempo. Una saggezza imprevista!!

 L’altro protagonista di questa inspiegabile vicenda è un frate, Giovanni Battista Mezzetti.

 Giacomo aveva appena tre anni, quando si vide offrire da Mezzetti, che dimorava nel convento di Budrio, un piatto di minestra calda, e il piccolo Giacomo come ringraziamento recitò a memoria tutto l’Ufficio Divino in latino. Il sorpreso frate chiese al malsano bimbo come facesse ad avere tale conoscenza alla sua età (tre anni!!) L’infante rispose che l’aveva sentito fuori ad una chiesa.

 In breve tempo, frate Mezzetti comprò quel bimbo dal padre e se lo portò  in convento. Dove continuò a studiare tutto lo scibile umano conosciuto a quel tempo. E tutto questo in appena quattro anni!!

 Dopo aver compiuto i 7 anni d'età, Giacomo in compagnia dell'immancabile Mezzetti, fu ricevuto a Roma. La fama lo precedeva. La domenica di Pentecoste del 1647, nella chiesa di San Marcello al corso, il bimbo sostenne una disputa teologica e filosofica di fronte ad un folto pubblico composto da vescovi e cardinali, tra cui il famoso teologo Pallavicino.

 Il bimbo prodigio Giacomo Martino Modanesi fu considerato un prodigio senza precedenti. La domenica seguente riuscì nell'impresa di ripetere l'incredibile audizione nei confronti di vescovi e cardinali. Tutta Roma  parlava del bimbo prodigioso, dimenticando la ferma conoscenza degli uomini di chiesa. Nessuno dei dotti, medici e sapienti, s'interessava delle condizioni di salute e mentali del piccolo Giacomo.

 E come spesso accade, l’invidia che è un’esclusiva della “Specie imprevista” (noi), iniziò a sminuire le doti di Giacomo: il frate e tutore del piccolo aveva stretto un patto con il demonio per avere in dono lo strepitoso talento di Giacomo.

 Ed ecco che “nel momento culminante del finale travolgente” successe l’irreparabile: le autorità ecclesiastiche di Roma decisero di sottoporre il fanciullo ad una nuova prova di conoscenza. Il bimbo all'improvviso non ricordò più nulla di tutto quello che sapeva e che aveva dibattuto fino a pochi giorni prima.

 Conclusione dell’amaro caso del frate Mazzetti e del piccolo Giacomo: il primo si suicidò buttandosi dal campanile di una chiesa, e il fanciullo, ex bambino prodigio fu allontanato velocemente dal convento nel quale risiedeva da diversi anni.

 Fu trasferito in un lontano e sperduto edificio religioso, e troverà la morte nel 1658, a soli 18 anni, senza aver mai recuperato l'insieme di conoscenze che lo aveva portato al cospetto del papa.

 Ora, come possiamo spiegare l’incredibile memoria e conoscenza universale di questo bimbo di pochi anni di vita? E poi, perché non riuscì a ricordare nulla, assolutamente nulla, improvvisamente, di tutto quello che sapeva?

 Il cervello umano è talmente complesso che forse nemmeno la Natura aveva “progettato” tale portata. La Natura non è riuscita a far fronte alla sua forza e violenza nel creare, generando la nostra specie. Che sorprendentemente, spesso, produce geni… a tempo determinato, come Giacomo Martino Modanesi. E uomini come Hitler e tanti altri che hanno fatto di tutto per distruggere non solo i loro simili, ma anche tutto ciò che di buono e giusto era stato creato.

 Le vie di mezzo spesso mancano, e noi potremmo essere l’eccezione alla regola. Noi “normali”.

 Soundtrack: “Gocce di memoria” - Giorgia

 Film recommended: “Memento” di Christopher Nolan

 

Mario Ciro Ciavarella