Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, sabato 18 novembre 2017 -  Ripropongo un articolo dell’aprile del 2016 su Salvo, il figlio di Totò Riina,  quando presentò a “Porta a Porta” su Rai 1 un libro scritto da lui su suo padre. Un assurdo caso televisivo, dove il figlio del boss, prima della messa in onda del programma, volle rivedere tutta la registrazione per  poi dare “l’imprimatur” sulla messa in onda. Siamo in Italia… E’ difficile entrare nella mente dell'uomo. Come può un figlio "digerire" e accettare l'operato di un padre che ha ucciso e fatto uccidere centinaia di persone???

 E addirittura prenderlo come esempio, come padre premuroso, attento, giusto. Un padre quasi divinizzato. E dire che tutto ciò che il padre fece nei suoi confronti è stato sempre perfetto. Al di là di come si comportò con il resto dell’umanità.

Non capisco come la mente di un uomo possa generare concetti del genere. Mettere al centro del mondo SUO PADRE. Come se fosse il sole intorno al quale tutti i pianeti devono girare.

Un sole “ingiusto”, che scalda alcuni pianeti sì e altri no. L’importante è che i raggi di quel sole arrivino sul pianeta del figlio di Totò Riina, Salvo.  Ma per il figlio del boss, suo padre non solo è perfetto, ma è stato anche giudicato ingiustamente dalla giustizia italiana.

Come se fosse un Cristo “solo terreno”, ancora una volta giudicato in modo sbagliato dall’umanità.

A questo punto dovrei finire qui questo articolo, non saprei cosa aggiungere… però mi sforzo e cerco di capire come il legame tra padre e figlio potrebbe andare oltre la logica umana. Andare oltre il nostro modo di pensare spesso troppo personale, e quindi non sempre obiettivo.

Voglio capire come e con quali sentimenti erano legati altri padri e figli, con quali punti di contatto, oltre al fatto biologico.

Nel Vangelo di Giovanni si attesta che, prima della sua Passione, Gesù pregò il Padre per la comunione tra i discepoli, con queste parole: “Perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te. Siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato”.

In questo caso il legame tra il Padre e il Figlio è molto forte, poiché da questa unione è scaturito il senso della Salvezza, tutto ciò che è nato da quel giorno (la resurrezione di Gesù) è stato tramandato non solo storicamente ma anche come fatto spirituale: Dio è entrato nella storia degli uomini e nello stesso tempo ha dato ad essi la possibilità di salvarsi.

Ha dato a tutti la consapevolezza e la certezza dell’esistenza di dio, poiché suo Figlio si è fatto Uomo. Un legame che dura da sempre e che durerà per sempre. Fino all’ultimo uomo che nascerà su questa terra.

Pensando a tutto questo, ho paura nel fare un paragone con il legame padre-figlio che tiene unite le due vite di Salvo Riina con suo padre Totò. Come il figlio del boss abbia avuto dal padre le direttive e le indicazioni giuste per redimere i propri  peccati… prima di farli. Una prevenzione del peccato. Una salvezza sicura.

Un piano di salvezza fatto in casa, prima di commettere errori(??!!)

Come dire: “Caro picciotto Salvo, attento a te quando cresci, da oggi che sei nato, devi sapere che la vita è dura, e solo se pensi a te stesso potrai salvare la tua pelle. Lascia perdere, anzi non guardare proprio quello che faccio io nei confronti di quelli che tu nemmeno conosci. È Cosa Nostra, e non tua, e tu non ti immischiare nelle cose degli altri: è maleducazione. Io sono il tuo solo dio. E solo il tuo dio-padre ti potrà salvare”.

La Buona Novella in casa Riina forse aveva un tono del genere, non si salvava l’Umanità, ma un uomo: solo il proprio figlio. O se vogliamo  allargare il concetto: solo la famiglia Riina. Una Buona Novella… tascabile, da usare all’occorrenza senza commenti da parte di nessun teologo. Come dire: è abbastanza chiaro quello che c’è scritto!!

Altro legame forte e indissolubile è quello tra Geppetto e Pinocchio. E qui è facile capire come l’impossibilità di Geppetto di avere figli è stata soddisfatta con la costruzione di un burattino. Fatto proprio come Geppetto voleva.

Potremmo definirla una “nascita perfetta”: tale padre, tale figlio. Questo nelle intenzioni del falegname-padre, ma come sappiamo non andò così. Pinocchio non era il burattino perfetto che il padre falegname aveva sempre sognato.

Ma un burattino abbastanza anarchico che rifiutava “le regole del gioco” della società e visse quasi tutta la sua infanzia facendo il contrario di quello che avrebbe dovuto fare. Un burattino-bambino che dimenticò quasi il legame da suo padre, considerandolo solo un falegname, senza paternità biologica.

Salvo Riina non è certamente legato a suo padre, il boss, da un legame di questo tipo. Anzi, ma da un legame che non ha nulla di materiale ma è esclusivamente un Legame d’Onore. “Onore” lo scriviamo con la O maiuscola per dargli un senso che va oltre la biologia ed entra direttamente nel mondo spirituale delle cose.

Il figlio di Totò Riina si trova quindi tra Gesù e Pinocchio. Una via di mezzo tra un qualcosa che non trova nessun legame tra genitore e figlio (Pinocchio) per colpa del figlio, e un qualcosa che trova un legame molto intenso, dove si sfiora quasi la concupiscenza (Gesù-Dio).

Salvo Riina non è uomo, ma è un equivoco!!! È un malinteso!!  Uno dei tanti che vivono da quando l’uomo è apparso su questo pianeta. Un equivoco estremo che ha scambiato un padre come pochi (fortunatamente) per un Eterno padre.

Soundtrack: “Terremoto” - Litfiba

 

Film recommended: “I cento passi” di Marco Tullio Giordana

 

Mario Ciro Ciavarella