Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, venerdì 18 maggio 2018 -  Pochi giorni fa uno scienziato australiano di 104 anni, visto e considerato che non moriva, ha accelerato i tempi e si è recato in Svizzera per mettere fine ai suoi giorni, mettendo in pratica l’eutanasia attiva. Non perché fosse gravemente ammalato, ma perché si era stancato di vivere. Aveva avuto una vita straordinaria, ottenuto tutto quello che si potesse desiderare, e quindi: basta così!!

 Un altro caso sembra che stia calcando quello dello scienziato australiano, non nel senso che c’è un’altra persona che vuole morire, ma che sta semplicemente vivendo per troppo tempo: 129 anni!!! e anche in questo caso la persona in oggetto si è stancata!! Stancata nel vero senso della parola: a differenza del’australiano, questa signora della Cecenia non ha avuto un solo giorno di pace e felicità: ha sempre sofferto!! E quindi, anche per lei, basta cosi!!!

Ma non muore(!?) e non ha nessuna intenzione di recarsi in Svizzera per l’eutanasia. Aspetta semplicemente che dio (o le genetica) dica basta!! Cammina, si nutre da sola, è autonoma e cosciente, ma dice che avrebbe voluto morire da giovane, la donna più vecchia del mondo. Si chiama Koku Istambulova (nella foto). Nella sua vita è stata deportata due volte, tante guerre alle quali è sopravvissuta.

Ha mangiato pochissimo e solo quello che poteva, e ha avuto una figlia che è morta all’età di 104 anni, come ha avuto un altro figlio che è morto all’età di 5 anni. Non c’è logica in tutto questo affollarsi di date e numeri. Adesso, il discorso è sempre quello: ma chi decide, non la qualità della vita, ma la quantità di vita vissuta, la genetica o lo stile di vita? Vogliamo metterci anche dio? E ce lo mettiamo…

Se vogliamo che sia dio a dire quando finirà tutto per ognuno di noi, e allora è inutile discutere; ma se cerchiamo di trovare una logica dove la logica non c’è, anche in questo caso forse è meglio non pensarci. Questa signora “eterna” pensa che la sua lunga vita sia una maledizione mandatagli da dio, non fa un discorso che tratti la genetica o lo stile di vita, ma dice unicamente che lei è stata maledetta da dio dalla nascita. Vedere morire gente che finiva di soffrire, lei giudicava tutto ciò come un atto benevole del Signore per queste persone che lasciavano la terra.

La composizione genetica di tutti noi è un qualcosa di straordinario e misterioso. È soprattutto casualità, dove la logica non ha nessun posto privilegiato, anche se spesso cerchiamo di dare una risposta a tutto ciò che ci circonda e ci succede. L’ambiente condiziona soprattutto il nostro modo di concepire la vita, ma non la durata (vedesi la storia in oggetto). Ci sono fratelli che hanno un corredo genetico simile, ma non uguale, e che vivono in un ambiente che è uguale per tutti e due. Eppure avranno personalità e gusti completamente diversi. E anche la durata delle loro vite quasi sicuramente non sarà uguale. Ci sono dei fratelli che muoiono uno a 26 anni, e l’altro magari a 87.

C’è logica in tutto ciò? Assolutamente no!! Ecco perché questa anziana donna trova la risposta alla sua lunghissima vita nel soprannaturale: è dio che vuole così, e se lo vuole per lei e allora lo vuole per tutti. Non credo che dio decida in modalità “random”. La grande lotteria della vita non ci permette di andare oltre a delle cifre e a delle combinazioni che spesso non sappiamo decifrare. Alla fine ciò che conta per noi sono i numeri, viviamo circondati da numeri: la nostra età, quanti figli (per chi ce li ha), la nostra altezza, il nostro peso, il numero di amici veri e quelli virtuali su facebook, i titoli di studio acquisiti, per quanto tempo è durata quella situazione lavorativa o sentimentale, quanti anni mancano alla pensione (per chi ci arriva), e tanti altri numeri e misure che ci circondano.

Chissà se nelle nostre vite oltre ai numeri e alle misure ci sono altre situazioni che vadano oltre tutto ciò che si può misurare. Forse solo quando sogniamo non possiamo misurare la durata dei nostri sogni: al risveglio non riusciamo a quantificare quanto tempo è durato quel sogno. 
In quel momento la mente non pensa al “quanto” della vita, ma al “quando”. E il tempo è un altro mistero…

Soundtrack: “Forever young” - Alphaville

Film recommended: “In time” di Andrew Niccol

 

di Mario Ciro Ciavarella