Mario Ciro Ciavarella Aurelio

San Marco in Lamis, lunedì 9 luglio 2018 -  Il primo ricordo che ho della nostra Villa Comunale è stato traumatico!! Erano gli inizi degli anni ’70 e in villa per la Festa di San Matteo si doveva esibire nientepopodimeno che… Orietta Berti!! Il trauma non riguardava il repertorio della cantante, che all’epoca era una stella emergente della canzone italiana. Ma il trauma che stava per segnarmi per tutta la vita (e non solo a me) consisteva nel fatto che quella sera, esattamente alla mezzanotte(?!), doveva scoppiare una bomba messa sotto il palco, dove la cantante avrebbe cantato!!

  Naturalmente quello della “bomba che non c’era” era un modo unicamente retorico per “protestare” sull’esorbitante cachet dato alla cantante. Non ricordo quanti soldi vennero elargiti dal nostro Comune, ma sicuramente la cifra era molto alta per quei tempi, e per un paese povero come il nostro. Da considerare, anche, che molti cantanti famosi dell’epoca avevano un repertorio misero, e si esibivano dopo che un’orchestrina aveva riscaldato il pubblico per una mezz’oretta. Per poi continuare la serata con “la famosa cantante direttamente dalla Rai, Radio Televisione Italiana”.

 Parte del terreno su cui si estende la Villa Comunale era in origine dell’antico orto della chiesa di Sant’Antonio Abate. Verso la fine dell’800 la zona fu annessa alla chiesa della Madonna delle Grazie e destinata a cimitero, detto “dei Morticelli”. Nei primissimi anni del 1900 la zona cimiteriale fu smantellata, risanata e destinata - secondo la moda di metà Ottocento che andava diffondendosi anche nei piccoli paesi - a giardino pubblico; la destinazione ad area verde pubblica fu preferita, forse per motivi economici, all’ipotesi di costruire nell’area un nosocomio o un teatro. 

 La recinzione originaria in ferro battuto venne costruita dai fabbri Michele e Vincenzo Serricchio nel 1931. Agli inizi degli anni ’70 era già stata sostituita da un’altra recinzione molto “gracile di costituzione”, di colore verde “a retina”: veniva facilmente divelta letteralmente da fessacchiotti del paese, provocando dei buchi per entrare dentro la villa ed effettuare… esplorazioni notturne. Non ricordo quando ci fu questa sostituzione di recinzione. Quella attuale è uguale a quella dei Serricchio, sempre di colore grigio e molto solida nella struttura a prova di vandali.

 I cancelli laterali (nord e sud) che danno, uno su via Lungo Jana e l’altro sul viale, vennero fatti successivamente, per motivi di scurezza, considerando che il luogo è sempre affollato a seguito delle esibizioni canore per le feste di paese. L’attuale pavimentazione venne eseguita agli inizi degli anni ’80, prima di allora non c’erano mattonelle che ricoprissero il suolo della villa, ma c’era un terriccio come quello del vecchio campo sportivo.  

 La disposizione delle aiuole era uguale a quella di oggi, forse qualcuna ha variato la forma: prima erano tutte rotonde e adesso alcune sono  rettangolari, ed erano delimitate da ferri ricurvi molto bassi di colore verde, che molti usavano per sedersi sopra.

 Il guardiano della Villa (“lu villajol”) era il signor Villani, che aveva la sua sede di lavoro nella “villetta del villaiolo”, dove all’ingresso c’era un simpatico vivaio di piante, e si trovava dove adesso c’è il Centro Polivalente per Anziani. Il guardiano della Villa Comunale era un dipendente attento e vigile, che, giustamente, redarguiva i ragazzini indisciplinati del tempo, che spesso entravano nelle aiuole e rovinavano  tutto. Erano altri tempi!! Adesso se qualcuno si permette di rimproverare qualche “bimbominkia”, viene denunciato dai genitori per “turbativa di mente non precoce, precocemente ammalata”, come minimo…

 I bagni si trovavano in fondo a sinistra (chissà perchè tutti i bagni del mondo si trovano in fondo a sinistra??!!), verso l’entrata est, quella che dà “sop li puzzera”, dove adesso parcheggiano le auto. Bagni, tolti pochi anni fa poiché la loro presenza era ormai diventata inutile: puzzavano ed erano sempre sporchi!!

 Sempre vicino quella entrata, era stata installata, inizio anni ’90, una fontanella con dei delfini(!?) come decorazione nella parte alta. E lungo i bordi della piccola vasca, vennero messi dei tubicini che davano un po’ di luci per illuminare e colorare il tutto. Quanto durò tutto ciò? Pochissimo: le luci colorate lungo i bordi vennero annientate dopo poche ore!! I delfini iniziarono a perdere la loro fisonomia quando qualcuno gli ruppe… il muso, e così via fino alla completa estinzione di questa fontanella. Prima di tutto ciò, c’era un piccola aiuola con una palma in mezzo.

 Vicino l’entrata nord che dà su via Lungo Jana, c’è ancora di quello che resta di un chiosco poligonale, costruito nello stesso periodo di tutta la Villa Comunale: inizio ‘900. Bisognerebbe restaurarlo almeno per questo motivo!! Ha la stessa età della villa!! In questo chiosco si vendevano gelati e bibite, e lì vicino c’era anche un juke-box che era in funzione  ininterrottamente durante l’estate. Di sera per illuminare il luogo venivano installate delle lampadine volanti tra i rami degli alberi lì vicino.

 Quando eravamo piccoli, sempre noi umani di mezza età, si organizzavano i “Giochi della gioventù”, che interessavano i ragazzini delle Scuole Medie, e dove si svolgevano? In Villa Comunale! Prima c’era la sfilata iniziale lungo il Corso principale con le bandiere bianche del CONI, il tutto organizzato dal professore Capuano, insegnante di Educazione Fisica.

 In villa venivano tracciate con il gesso, delle linee “simil-dritte” che delimitavano le corsie dove i giovani atleti prendevano posto per disputare le corse. La partenza era posta lì dove c’erano i bagni, e l’arrivo si trovava subito dopo il cancello dell’entrata nord (Lungo Jana). Giusto lo spazio per far gareggiare ragazzini, penso una trentina di metri di lunghezza.

 E non mancavano in queste corse gli incitamenti di amici e parenti ai piccoli atleti, con il grido: “Fuje Mennea, fuje!!” Come dire: mi raccomando corri come Mennea, solo così potrai vincere. Raramente le strisce che delimitavano le corsie interessavano tutto il perimetro dell’intera villa.

 Ma il fulcro della “vita” della Villa Comunale era il palco!! Sembra che originariamente questo spazio fosse occupato da una fontana nella cui vasca nuotavano dei pesci rossi, questo spazio agli inizi del ‘900 fu riempito e costruito sopra un palchetto per la “cassa armonica”. Quello che ricordiamo noi era un palco non molto grande con un’inferriata di colore verde e sviluppato in senso longitudinale: la parte più larga era quella visibile dalle uscite nord ed est. Tant’è vero che nell’estate del 1980 si esibì in villa “La Compagnia di Canto Popolare” di Roberto De Simone.

 Siccome questo gruppo musicale era numeroso (sul palco c’erano almeno 13-14 elementi), si disposero dando le spalle all’uscita che dà su via Lungo Jana. È inutile dire che è stato  un concerto straordinario: c’erano tra gli altri oltre al fondatore, Fausta Vetere, Eugenio Bennato, Beppe Barra.

 Questa struttura del palco rimase così fino alla fine degli anni ’70, dopo,  per alcuni anni, ci furono dei lavori di ristrutturazione a cura della ditta Serricchio, con l’apertura della “nuova” villa nel 1981, così come è testimoniato dallo stemma messo sulla parte anteriore del nuovo palco. Il  palco nuovo era molto più grande di quello precedente: di forma rotonda con spogliatoi sotto la pavimentazione dello stesso. Venne distrutto nel 2012 per ragioni legate, all’«inidoneità della struttura dal punto di vista sanitario, della sicurezza e degli impianti».    

 Con l’alluvione del settembre del 1982, la Villa Comunale venne chiusa ancora una volta, per dei lavori che interessavano il “Canalone” considerato che un tratto dello stesso passa a ridosso della villa. Infatti quell’anno non ci fu la festa di San Matteo “per grave evento meteorologico avverso”.

 Sui vari palchi della Villa Comunale in tempi più recenti (a memoria d’uomo) passarono i più famosi cantanti della musica leggera italiana, oltre alla “scampata” Orietta Berti. Si esibirono: i Camaleonti (1978), Don Backy (1980), Fausto Leali (2002), Bobby Solo (1995), i Cugini di Campagna (1983), i Collage (1979), i Santo California (2010), Mia Martini (1985), le Orme (1988), Riccardo Fogli (1991), Edoardo Bennato (1999), Mario Merola (1990) Sandro Giacobbe (2003), Franco Simone (1990), i Vianella (1976), Ricchi e Poveri (2001), Rocky Roberts (1977), Mango (1998), Tony Santagata (1976), Alexia (2002), Mietta (2016), gli Homo Sapiens vennero tante di quelle volte: non ricordo tutti gli anni… e tantissimi altri cantanti sempre “direttamente dalla Rai…”

 Nel 1981 siccome la Villa Comunale era ancora chiusa per manutenzione, i cantanti di quella edizione della festa di San Matteo si esibirono in piazza Oberdan su un palco allestito vicino all’ex Bar Aurora, e cantarono Giovanna e Little Tony.

 Quando si esibiva una bella cantante, era frequente che alcuni ragazzi, che si trovavano vicinissimi al palco, praticamente sotto, prendessero sulle spalle un loro amico e lo alzassero da terra per fargli vedere più da vicino la bella cantante. E il ragazzo “gnalijat” batteva le mani per attirare l’attenzione sempre della bella cantante… ci si accontentava di poco…

 Il palco della Villa Comunale non serviva solo per le esibizioni nelle feste patronali, ma anche per far esibire i cantanti delle feste dei partiti: feste dell’Unità, Amicizia, Liberazione, Margherita… e per anni fecero a gara chi l’organizzasse meglio. La festa “di Partito” per anni è stata un’esclusiva del PCI (Partito Comunista Italiano), successivamente anche gli altri partiti si mossero in tal senso.

 Quando c’era solo “La Festa dell’Unità”, la villa veniva occupata almeno per dieci giorni, durante i quali “si mangiava e si beveva” beatamente, ascoltando quasi ogni sera dei concerti e gare di karaoke, con qualche proiezione cinematografica. Alla fine della festa c’era l’immancabile lotteria con premio finale un’automobile!!! (la machena!!)

 Quando iniziò la crisi dei partiti, con conseguente crisi finanziaria, il premio più importante non era più “la machena”, ma… il motorino!! E dopo che il motorino non si poteva più comprare, per metterlo in palio, sparirono anche le lotterie alle feste dei partiti. E sparirono anche i partiti…

 Anche le feste dei partiti non erano da meno, per far arrivare nel nostro paese cantanti famosi. Ricordo la Festa del’Unità del 1980, sul palco della villa cantò il famoso artista cantante neomelodico partenopeo Patrizio!! E si esibì con un braccio ingessato (addirittura!!) Prima dell’avvento di Nino D’Angelo, c’era Patrizio!! Per intenderci quello che cantava: “U collegge”, “Papà è Natale”, “Vince sempe tu!”, “La villeggiante”, giusto per intenderci… E se vogliamo andare ancora più indietro nel tempo, nel 1977 Democrazia Proletaria invitò il cantante e attore Beppe Barra.

 Tanto era viva la “guerra” tra i partiti che, nel 2002, siccome la Villa Comunale era occupata dal PDS (ex Partito Comunista e attuale PD), nello stesso periodo nella villetta comunale si svolse la festa dell’Amicizia dell’UDC. Per dire quanto fermento c’era in Villa Comunale e oltre.

 Purtroppo “l’angolo del parco giochi” in villa non ha mai avuto successo: si è tentato decine di volte di installare degli scivoli e tutto ciò che poteva far trascorre un po’ di tempo gioioso a dei bambini. Sono stati dei tentatiti andati a vuoto. Colpa dei tanti incivili che abitano nel nostro paese, lo sappiamo tutti che è così!!!

 La (ex) bellezza della nostra Villa Comunale è stata testimoniata da tutti i cantanti che l’hanno visitata durante la loro permanenza, anche per poche ore, nel nostro paese; e tutti riconobbero di essersi esibiti in un posto molto suggestivo e tra i più belli tra quelli da loro visitati. E vi assicuro che non erano delle frasi fatte. Quando il cantante dal palco guardava il numeroso pubblico e i platani che costeggiano la “navata” centrale della villa, e che si stagliano come colonne di cattedrali gotiche, gli artisti con il microfono in mano esclamavano di trovarsi in un posto bellissimo!! E io ci credo a quello che asserivano!     

 La villa Comunale è stato anche il ritrovo per eccellenza di tanti fidanzati sammarchesi: è lì chi iniziavano nuove storie da raccontare.

 

 

Mario Ciro Ciavarella Aurelio

 

P.s.: durante i concerti era facile ascoltare degli annunci tipo: "Si è smarrito un bimbo di 5 anni di nome... chi lo trovasse è pregato di portarlo dietro al palco dove ci sono i genitori che l'aspetta