Mario Ciro Ciavarella Aurelio

San Marco in Lamis, martedì 26 febbraio 2019 -  Anche se non ha la classica forma a “piramide” o a “fuoco”, la composizione non scenica, ma casuale ottenuta in questa foto, ricorda moltissimo la statua della Pietà di Michelangelo. Parliamo in tutti e due i casi di morte. In questo caso non è una morte “sacra”, ma che appartiene a David Kirby di 32 anni, morto per AIDS nel 1990.

 Therese Frare, all’epoca una giovane studentessa di foto-giornalismo in un’università dell’Ohio, fotografò quasi per caso questo momento straziante nell’abitazione di David, abbracciato dal padre, mentre alita l’ultimo respiro. Ricordando la Pietà di Michelangelo, la madre di Gesù tiene suo figlio sul grembo, dando l’idea di una culla che accoglie un neonato, anche se in questo caso non c’è nessuna nascita, ma la morte e rinascita Altrove.

Invece la composizione nella foto di Frare, è molto più ampia: come se fosse “un’adorazione” non natalizia, ma di passaggio verso l’Aldilà, dove i “tre Re magi” sono i parenti del defunto. Un’adorazione che ha comunque un qualcosa di epifanico: una rivelazione che conclama senza ombra di dubbio la morte di David Kirby come un atto dovuto alla Natura.

Realmente non sappiamo se la foto è tutta al naturale: nessun posizionamento al vicino letto di morte. Ci dobbiamo fidare di quello che ha sempre sostenuto la fotografa. Il dubbio viene: i due soggetti sulla destra sembrano poco emotivamente coinvolti dal doloroso evento, le loro espressioni sembrano poco convinte di quello che stanno vedendo. Diversamente possiamo dire dell’espressione del padre del defunto: è evidentemente addolorato.

Potremmo concludere che “le pietà” che vengono scolpite nella pietra, hanno una naturalezza che l’animo umano difficilmente può raggiungere: i nostri sentimenti ed espressioni sono talmente tante che non sempre riusciamo a dire quello che realmente vogliamo. (E a volte anche a negare l’evidenza)

 

Mario Ciro Ciavarella Aurelio