Mario Ciro Ciavarella Aurelio

San Marco in Lamis, venerdì 22 Marzo 2019 - Chissà come si faceva a dimostrare, prima dell’invenzione della fotografia, che si era stati protagonisti di un’impresa. Come, uccidere tanti nemici in una battaglia, oppure che era stata violata una vetta tra le più alte del mondo, o che erano stati uccisi decine di animali feroci durante una battuta di caccia.

  C’erano solo le parole di chi raccontava, qualche testimone amico, ma nulla di più. Ci si doveva fidare dei racconti dei probabili eroi. Poi tutto cambiò con l’avvento della fotografia: non si poteva più barare, l’impresa fatta veniva testimoniata da decine di scatti.  I trucchi fotografici arrivarono tempo dopo e facilmente venivano scoperti.

 E da quel momento, quello che contava era lo scatto fotografico o la ripresa cinematografica: il record o l’impresa veniva omologata. Non c’erano più dubbi su quello che veniva fatto e dichiarato. Eppure abbiamo foto che non rappresentano esattamente quello che poi veniva messo come didascalia, ma raccontano l’evento in sé, che è comunque avvenuto, ma non in quel momento o in quel modo.  

 In questa foto si vede l’orma più famosa di un uomo: quella lasciata sulla Luna. E non è la prima che un uomo impresse sul suolo lunare, e nemmeno la seconda, e forse nemmeno la settima: non sappiamo esattamente quell’impronta quale possa essere come successione. Sapete perchè? perché non è del primo uomo sbarcato, Neil Armstrong, ma del secondo: Buzz Aldrin. Il secondo astronauta che nel Luglio del 1969 toccò il suolo lunare, dopo che per primo lo fece Armstrong.

 Eppure per tutti quell’orma è il primo passo dell’uomo su una “terra” che non è la nostra. La foto venne scattata da Armstrong, il quale stranamente venne ripreso pochissime volte sul satellite: era lui il fotografo di bordo, e quindi l’astronauta più fotografato fu Aldrin, che era addetto a fare rilevamenti lunari e prelievi.

 Questa rivelazione cosa potrebbe cambiare   sull’intera missione umana sulla Luna? Penso nulla: anche perchè, cosa cambierebbe se quell’orma fosse la decima o l’undicesima ad essere stata impressa sulla Luna? In questo caso non ci interessa il record, ma l’intera impresa in sé. Vedere quell’orma ci fa capire che veramente sulla Luna l’uomo c’è arrivato, non c’è una bugia dietro quella foto. E quelli che la vedono, immaginano come quell’orma sia ancora là, insieme a tante altre lasciate da tutti gli astronauti in più missioni.

 I passi “falsi” della storia ci aiutano a capire che l’uomo a volte non dice sempre la verità, anche se comunque esiste. Differenziata…

 

Mario Ciro Ciavarella Aurelio