di Melina Gaggiano

San Marco in Lamis, lunedì 22 aprile 2019 - Nell' epoca del progresso tecnico e di quella cultura orientata forse troppo spesso ciecamente ad una frenetica e costante crescita economica in molti hanno un rapporto molto conflittuale con la tradizione. Un odi et amo che si portano dietro più o meno da sempre. In alcune famiglie, le tradizioni non sono mai state un punto forte mentre in altre queste sono motivo di un'atmosfera tranquillizzante che arriva negli animi.

  E quando si passa alla dimensione familiare, la tradizione si lega indissolubilmente alla memoria: alla vita dei nonni, dei bisnonni, alla loro origine e provenienza. La tradizione è un modo per ricordare e per raccontare, soprattutto ai bambini; tanti, infatti, sono stati i progetti realizzati dagli alunni delle classi elementari della scuola Balilla di San Marco in Lamis. Tema del giorno sono state le nostre meravigliose Fracchie iniziate a costruire da alcuni mesi per poter sfilare nella sera del Venerdì Santo. Con tanta volontà e duro lavoro sono stati numerosi i fracchisti che hanno partecipato alla realizzazione delle stesse. 

Ma chissà se in un mondo in cui affidiamo la nostra memoria a quelle artificiali, ha ancora un senso insegnare a ricordare? La tradizione e la memoria che posto hanno oggi nell’educazione e nella crescita dei figli? Punto di partenza è insegnare alle ultime generazioni che spesso e volentieri sono attaccate alla tecnologia, alla rincorsa assoluta del progresso, alla futilità delle cose e all’estetica senza un valido motivo, di far tesoro di quello che viene custodito con tanto orgoglio dagli “antichi”. Che poi se crescere significa sostituire alle cose materiali l’amore per il patrimonio culturale che si è creato, invecchiare non è così male 

A mio avviso dobbiamo amare il nostro passato e non portarlo come un peso nel futuro.  Per essere tale è indispensabile, però, una continuità nel tempo, perché solo così la tradizione si distingue dalla semplice moda. Le tradizioni sono, dunque, le nostre radici. Siamo noi, il nostro sangue, la nostra cultura, la nostra identità, il nostro mondo. Un popolo senza tradizioni è un popolo privo di anima, un castello di sabbia destinato a venire spazzato dalla prima ondata del mare, dalla prima folata di vento. Parecchi sono stati i turisti: sia dai paesi vicini ma anche da quelli più lontani come Pavia ( stupiti di queste fiamme per le vie del paese) e per quelli assenti sono giunte in soccorso le video-chiamate. Infine, la tradizione suscita emozioni negli individui, li sprona ad un maggiore senso di consapevolezza in sé.  Tanti auguri di buona Pasqua a voi tutti e alle vostre famiglie!
 
 
Melina Gaggiano