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Mario Ciro Ciavarella Aurelio

San Marco in Lamis, giovedì 14 novembre 2019 - Ricordate quella famosa pubblicità dove si vede l’attore Ernesto Calindri seduto ad un tavolo a bere in mezzo ad una strada, leggendo il giornale, e intorno decine di macchine che lo evitano per poco? Ecco, quello era il logorio della vita modera: lo sfrecciare delle macchine, e il liquore bevuto dall’attore era l’antidoto!! Parliamo esattamente del 1974, questa pubblicità ci fece capire che l’elogio della lentezza stava scomparendo velocemente.

 Tutto ciò che era produzione e progresso doveva avere una certa velocità. Come il traffico che si vedeva in quello spot pubblicitario: frenetico, pericoloso, che non si doveva sfidarlo, eccetto se si era “armati” di un certo liquore. Era in pratica il primo spot pubblicitario futurista!! Solo con quel liquore si poteva competere contro il “logorio della vita moderna”. La vita moderna del 1974 come poteva essere? Sembra ridicolo pensare che all’epoca ci potesse essere gente stressata, che tutti avessero poco tempo a disposizione. Eppure le pubblicità non vengono fatte a caso, ma vengono studiate e selezionate; ne va il futuro del prodotto reclamizzato.

 Non so quale sia stata la genesi di quella reclame, ma penso che l’oggetto principale per inquadrare bene il problema del “logorio” fosse stato suggerito dalle auto. La produzione automobilistica a metà degli anni ’70 iniziava ad avere un’impennata, grazie anche all’uscita di nuovi modelli che rimasero nella storia dell’industria automobilistica italiana.  Auto come la “500” e la “127” della Fiat furono dei brand che difficilmente vennero ripetuti in futuro. La velocità che metteva paura ai telespettatori che vedevano quel filmato, non incuteva il minimo timore nel personaggio che era seduto proprio in mezzo al traffico. Questo, forse, anche perché, a parte lo “scudo protettivo” del liquore, c’era la consapevolezza che quelle auto erano dotate di sistemi di sicurezza che non potevano in nessun modo investire l’incauto bevitore: si aveva fiducia in quel futuro!

 C’era in questo spot la massima fiducia sia negli uomini alla guida, che nel mezzo tecnico che veniva guidato. Quindi, era sì una vita moderna che logorava, ma aveva anche delle “doti di protezione” non da poco. Tutta la scena dava un senso di tranquillità e insicurezza nello stesso tempo. Non solo il liquore pubblicizzato dava un certo tono al protagonista, ma l’altro elemento che caratterizzava la serenità “contro il logorio della vita moderna” era dato dalla presenza del giornale sfogliato dal bevitore seduto a quel tavolo.

  Sembrava che la vita moderna dell’epoca scorresse talmente veloce che quel giornale lo si leggeva in attesa che dopo qualche minuto qualcuno avvisasse il cliente al tavolo che qualcos’altro di molto grave era appena successo. Un senso di velocità anche dell’informazione, quel giornale sembrava un tablet ante litteram: è come se fosse un tablet di carta dove le notizie lette fossero già vecchie (ed erano già vecchie: erano almeno del giorno prima). Tutto questo dava il senso della velocità degli eventi. Quel logorio non era solo inteso come vita presente e appena passata, ma anche futura.

 Tutto questo è geniale. Pubblicizzare un concetto del genere associandolo ad un liquore, non è facile, e concepire come girare il tutto. Una bevanda difficilmente dà il senso del tempo che passa e dello stress al quale andiamo incontro tutti i giorni. È impossibile replicare una pubblicità del genere se vogliamo trasmettere questi due concetti. Però negli anni ’70 era possibile farlo. All’epoca quella modernità metteva paura, intimoriva e dava un senso d’ignoto del futuro che stava arrivando. Adesso quale prodotto potremmo pubblicizzare “contro il logorio della vita moderna”? Secondo me nessuno. La vita moderna è viva da alcuni decenni. E difficilmente vedremo “altre vite moderne”. Il futuro è già qui da tempo!!!

E non è più quello di una volta…

 

Mario Ciro Ciavarella Aurelio