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Giuseppe Soccio

San Marco in Lamis, giovedì 28 novembre 2019 -  Gentile Redazione, in merito alla “clamorosa scoperta” di un villaggio del XII secolo nel territorio di San Marco, ritengo sia un obbligo fare alcune considerazioni. La prima riguarda le “competenze”, da intendersi sia in senso scientifico sia in senso giuridico. I beni culturali sono una materia delicata e complessa che richiede cautela ed attenzione perché si tratta di un patrimonio pubblico regolamentato di ben precise norme di legge e soggetto alla tutela di istituzioni  che, per questo, offrono anche le competenze di garanzia sul piano scientifico.

Dico questo anche, e soprattutto, sulla scorta di certezze storiche che, poi, si sono rivelate “clamorose” inesattezze con l’inevitabile discredito che ne è seguito. Mi riferisco, per esempio, al preteso rinvenimento di “Dolmen” preistorici che nessuna autorità scientifica ha mai convalidato. E mi riferisco anche alla datazione, nel 567, dell’origine dell’abbazia di San Giovanni in Lamis, attribuita ai Longobardi, i quali, come è noto, sono scesi in Italia, stabilendosi soprattutto al Nord, nel 568.

In qualche pubblicazione ufficiale, poi, senza alcun fondamento documentale, si è parlato della Collegiata (qualche volta definita erroneamente “cattedrale”) facendola risalire al sec. XI o del suo campanile come esempio di architettura “romanica”. Altro caso clamoroso di “falso” storico è costituito dal percorso della cosiddetta “Via Francigena”, che qualcuno, ultimamente, ha collocato tra le montagne, escludendo completamente il centro abitato della nostra città.

E, dato che i percorsi dei pellegrini sono oggetto di molta attenzione da parte della Comunità Europea, mi permetto di suggerire ai rappresentanti delle nostre istituzioni locali di organizzare, quanto meno, un evento di studio e confronto, con istituzioni accademiche e civili, per valutare le opportunità di cui la nostra comunità potrebbe essere privata. Infine, colgo l’occasione per segnalare, ancora una volta, l’inesattezza contenuta nel sito istituzionale del Comune, alla voce “Storia del Comune”, a proposito del santuario di San Matteo, “il cui edificio a prima vista può essere scambiato per un'antica fortezza, ma in realtà è un monastero di frati cappuccini (sic!) risalente al IX-X secolo”.

A parte la scarsa chiarezza testuale (solo dopo si specifica che l’edificazione si deve ai Benedettini, e non poteva essere diversamente: San Francesco è morto nel 1226), rimane l’inesattezza di Frati “Cappuccini”, che, come è noto, si distinguono dagli altri Frati Minori, tra cui quelli di San Matteo, pur appartenendo tutti ai Francescani.

 

Cordialità.

Giuseppe Soccio