Mario Ciro Ciavarella Aurelio

San Marco in Lamis, sabato 11 gennaio 2020 -  Quando ho visto per la prima volta questa pubblicità (penso progresso) non ho creduto ai miei occhi: ma come è possibile che tanti anni fa per sorpassare (a sinistra) si potesse farlo senza vedere chi sopraggiungesse da dietro? E in casi di incidenti le assicurazioni come si comportavano? Davano ragione all’auto che sorpassava o a quella che veniva sorpassata?

Gli avvocati in casi del genere avranno fatto crescere più di un figlio! Qualcuno ha spiegato: era sufficiente lo specchietto retrovisore interno all’abitacolo! E se così fosse perché tanto tempo dopo l’invenzione dell’automobile qualcuno capì che lo specchietto retrovisore interno non era più sufficiente? Misteri della circolazione.

Altri spiegano che siccome tanti anni fa le automobili sulle strade erano poche, di conseguenza non era necessario mettere altri specchietti. Poche auto in circolazione cosa significa? Poteva sorpassarti anche un motorino, un calesse, un veicolo a trazione animale, una bicicletta: la circolazione è circolazione c’è poco da quantificare!    

Evidentemente quando gli incidenti in fase di sorpasso furono più di quelli frontali, si capì che agli automobilisti (e anche alle case automobilistiche) conveniva aggiungere anche lo specchietto retrovisore di sinistra. E non voglio pensare quanto tempo dopo ci fu “l’invenzione” dello specchietto a destra: forse dopo tanti ma tanti incidenti provocati sul lato destro dalle automobili! Il nemico ti prende sempre da dietro!

E il problema non finisce qui: quando si viene sorpassati c’è ancora un “cuneo oscuro” di spazio che lo specchietto retrovisore di sinistra non riesce a coprire. Ci vorrebbe un altro specchietto nello specchietto per quei pochi centimetri che sulla strada potrebbero essere letali in fase di sorpasso.

Per risolvere il problema si potrebbe dire semplicemente: non buttatevi a sinistra! E attendete il vostro turno per arrivare a destinazione.  Tutti in fila indiana, senza correre, si potrebbe omettere quasi del tutto l’uso delle frecce per i sorpassi e anche il clacson si userebbe di meno. Una circolazione stradale meno stressante, tranquilla, si ascolterebbero con più calma le canzoni dall’autoradio, e l’auto diventerebbe un mini locale dove trascorrere più piacevolmente parte delle nostre vite. (Catasto permettendo…)

 

Mario Ciro Ciavarella Aurelio