Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, lunedì 10 febbraio 2020 -  E anche quest’anno il tendone sta per essere smontato. Con le solite poche certezze: la musica non c’è più, e i cantanti nemmeno. Quello che dalla nascita è stato definito come il “Festival della Canzone Italiana”, è cambiato nel tempo, soprattutto negli ultimi anni, che non possiamo considerare pochi. Ultimi anni che possono essere anche quasi venti. Diciamo che l’ultima edizione decente potremmo considerare quella del 1990.

Quando parteciparono i Pooh che vinsero, Amedeo Minghi con Mietta, Eugenio Bennato con Tony Esposito, Mango, Milva, Mino Reitano, Peppino di Capri, Riccardo Fogli, Ricchi e Poveri, Sandro Giacobbe, Toto Cutugno, ed altri.

Dopo quella edizione possiamo dire che iniziò lentamente il declino del Festival. Non sappiamo il perché, ma è così.  Erano canzoni, per rimanere fedeli all’intenzione originale della rassegna canora: canzoni. Non bisogna girarci troppo intorno con i concetti. Qualcuno ha commentato nei giorni scorsi le mie considerazioni, dicendo che nel tempo cambiano i gusti e i generi musicali. Sui gusti possiamo anche non discutere; ma che dovremmo discutere sulle canzoni, che una volta erano composte da: prima strofa, ritornello, seconda strofa, ritornello e finale; non esiste proprio!!     

Se poi dovessimo discutere anche su cosa possa essere una canzone, e allora lasciamo perdere, che perdiamo solo tempo, tutti. Le canzoni, non solo quelle di questa edizione, sono quasi tutti degli scioglilingua: versi vomitati senza un minimo di pausa, verso il pubblico, da cantanti sconosciuti che gridano non si capisce nemmeno cosa, sulla platea dell’Ariston. Loro dicono che protestano(?), ma contro cosa non si capisce! Quando non si sa cosa fare, si protesta, e lo si fa anche con i tatuaggi che penso sostituiscono i loro pensieri (e le loro canzoni…) Forse. Booh.

Non ci sono assoli di chitarre o sassofoni come si usava una volta per la parte finale delle canzoni; vocalizzi che valorizzino le capacità vocali del cantante, inesistenti; zero controcanti. Non c’è nulla!! Canzoni monotòno che iniziano e finiscono sempre con quella nota, sulla quale si grida, la voce del cantante si arrangia come può. Cantanti sudati dopo tre minuti. Un Nulla Cosmico Canzoniere Leopardiano! Sanremo è un circo non itinerante, che si monta una sola volta l’anno in quella località ligure, dove non ci sono nemmeno le decisioni prese dai cosiddetti “Direttori Artistici” (che non dirigono proprio nulla e che non decidono nulla!! Sappiatelo).

Quelli che dirigono come sempre sono le case discografiche: loro decidono quali cantanti di quelle scuderie devono partecipare!! Ufficialmente qualsiasi cantante può presentare la sua canzone alla commissione che poi deciderà(?!) quali canzoni scegliere. Ma non è vero: sono tutte fesserie. Se così fosse, è possibile che tra centinaia di canzoni presentate, vengano scelte sempre quelle più brutte? Non lo voglio nemmeno pensare minimamente!! Sarebbe peggio come situazione.

Una volta c’era la “Vigilanza Rai”, una specie di censura non solo su cosa cantare, ma anche su come presentarsi sul palco. Compresi i monologhi dei comici, famoso quello non fatto da Massimo Troisi a Sanremo 1981, bloccato poche ore prima della serata, non sappiamo il perché. Da tempo tutto questo non c’è più: il palco dell’Ariston è ormai un circo (senza offesa per i circensi che fanno una vita dura), dove la pista rotonda è sostituita da un palcoscenico.

Canzoni inutili che si cerca di nasconderle con gag di comici e bellezze femminili, che qualcuno da pochi anni ha pensato di farle dire qualcosa sul palco, giusto per non fare considerare quelle donne solo carne in esposizione. Editti che non si sa perché vengono lanciati(!?) come se fossero delle verità supposte (supposte non è il farmaco). Reclame di film in uscita che non hanno nulla a che vedere con la gara canora. Tutto per dilatare il tempo e far dimenticare quello che si è ascoltato pochi minuti prima.

E siccome questi sono i fatti, si dovrebbe rivedere anche il sottotitolo di Sanremo: “Festival della Musica Leggera Italiana”, con un’altra che comprenda tante altre forme di intrattenimento sopra elencate. Quando nei giorni scorsi ho commentato il Festival, alcuni mi hanno risposto: “Ti lamenti spesso, ma perché lo guardi??” Sapete perché lo guardo? Lo faccio come atto di fede!! Sono un credente della Canzone! E vorrei tanto che da un momento all’altro improvvisamente, si possa ascoltare una canzone, dico una!! tipo: “Vacanze romane”, “Uomini soli”, “Adesso tu”, “Come saprei”, “Spunta la luna dal monte”, “E poi”, “Come si cambia”, “Per Elisa”, “Ancora” (bellissima), “E non finisce mica il cielo” (capolavoro!!), “Gianna”, “Un’emozione da poco”, “Montagne verdi”, “Il cuore è uno zingaro”, “Felicità”, “Che sarà”, “La prima cosa bella”, “L’immensità”, Quando l’amore diventa poesia” (immensa!!), “Volare”, “Dio come ti amo”, “Una lacrima sul viso”, “24.000 baci”, “Nessuno mi può giudicare”, “Ogni volta”, “Romantica”, “La spada nel cuore”, “Su di noi”, “Sarà perché ti amo”, “E dirsi ciao”, “Bella da morire”, “Amare”, “La gente parla”, “Solo noi”, “L’italiano”, “Gelosia”, “Contessa”, “Maledetta primavera”, “Questo amore non si tocca”, “Senza un briciolo di testa”, “Storie di tutti i giorni”, “Felicità”, “E non finisce mica il cielo” (capolavoro assoluto!!), “Sette fili di canapa”, “Una rosa blu”, “Oramai”, “Un’altra vita, un altro amore”, “1950 (Serenella)” (sconvolgente), “Non voglio mica la luna”, “Nina” (bella), “Come si cambia”, “Quello che le donne non dicono” (questa si ricorderà anche tra cento anni), “Solo con l’anima mia”, “Una storia importante”,  “Senza un briciolo di testa”, “Lei verrà”, “Si può dare di più”, “Quando nasce un amore”, “Andamento lento”, “La prima stella della sera” (bellissima!!!), “Ti lascerò”, “Almeno tu nell’universo” (ve la ricordate?? eh sì!!), “Cosa resterà degli anni ‘80”, “Vattene amore”, “Donna con te”, “Se stiamo insieme”, “Spalle al muro”, “Non lo faccio più”… vado avanti o mi fermo?? posso anche continuare…

Ecco, ho fede che prima o poi una (una sola!!) canzone del genere possa essere cantata all’Ariston!! Ho fede!! Non pretendo qualità assolute nelle canzoni del futuro, ma che si capisca almeno quello che viene cantato!! Da cantanti che sappiano cantare e non parlare. Non discutiamo di “tematiche musicali” (mi verrebbe da ridere…), ma almeno che parlino di storie di tutti i giorni, una storia importante… e io aspetto! Che un’epifania discografica arrivi prima o poi. Che poi, pensandoci bene, nella vita questo facciamo aspettare. E se non si ha un po’ di speranza che il “futuro possa migliorare”, tutto è vano…   

Mario Ciro Ciavarella Aurelio