Antonio Del Vecchio

San Marco in Lamis, venerdì 3 aprile 2020 -   “La poesia ispira poesia”. Mai così vera e significativa questa citazione  di Ralph Waldo Emerson, filosofo e scrittore-poeta dell’800 americano. Lo è anche nel caso del silenzio -  solitudine generato attualmente in ogni dove dal Coronavirus. E alla luce di questo che si spiega la poesia odierna messa su di getto da Alexis, poeta sammarchese,  in occasione dell’ultimo ‘affaccio’ dalla finestra del Papa su piazza San Pietro, deserta e silenziosa come non mai per l’assenza di fedeli.

Sta seduto sulla sedia per pregare ed impartire la sua Santa Benedizione urbi et orbi.  La visione provoca nell’autore una forte ed amara emozione. Quella  di sentirsi solo ed impotente di fronte a questo male terribile e sconosciuto che investe l’intera umanità. Ci si accorge di essere poco più che  un granello di sabbia sbattuto dalla tempesta alla merce’  di qualcosa di grande, anzi di apocalittica dimensione per l’esistenza stessa del mondo e dell’uomo. Tutto questo ci fa solo sentire e non ragionare, come se fossimo noi stessi poesia, ossia  un dolce ed avvertito brano, strofa, rima perfettamente baciata e ritmo cadenzato insieme,  parte integrante di quella stringente e pregnante musica che avvolge l’Universo, in attesa forse dell’arrivo del Dio biblico, giudice e salvatore.

Non solo, ma ciascuno uomo – secondo il nostro poeta – avverte in sé un pizzico di creatività, quella stessa che ci viene da parte dell’Altissimo, che ci permette di farci sentire fratelli nella grande vasca del mondo e ci fa colloquiare, seppure distanti, con gli altri uomini, con la famiglia, con i suoi componenti con i quali, come se fossimo vicini, ci parliamo, ci vediamo e raccontiamo, grazie anche ai social e  alle tecnologie moderne di comunicazione. Così trascorrendo la giornata, il “ resto a casa”, secondo il poeta, ci rende forti e diventa  poesia. Ecco la “creazione” del nostro poeta nel suo insieme:

<<Si vive in una tempesta/piena di solitudine,/ in un momento di solitudine./ Si è vulnerabile, individuo insignificante./ Si detta il modo di essere,/di comportarsi, di vivere./Il Papa seduto sulla/sedia,/solo davanti al mondo, ha/pregato in un vuoto/desolante, in un silenzio/assordante di apocalittica/visione./Ma noi siamo Poesia,/ciascuno di noi è una/strofa armonica, piena/di musicalità, con rime/perfettamente baciate./Tutti noi siamo Poesia/,è Poesia la nostra Famiglia,/la nostra barca in questa/tempesta./Ogni giorno, pur lontani, ci /parliamo, vediamo,/raccontiamo, ci confortiamo per sentirci/forti. Insieme, siamo/Poesia.

 N.B. Papa Francesco (Foto dal Web)