Antonio Daniele

San Marco in Lamis, sabato 11 aprile 2020 - C’è silenzio ora nel giardino vicino al Golgota. La gente è ritornata a casa. Lo spettacolo è finito. Ci sono poche guardie a vegliare, anche un po' distrattamente. Chi mai ha la forza di rotolare la pietra? Ma poi che ne faranno di un morto? Dopo qualche ora i cadaveri emettono un brutto odore! Sulla porta del sepolcro ci siamo noi. Ci siamo quando condanniamo senza appello. Ci siamo quando preferiamo mettere le nostre angosce sotto massi che non vogliamo far rotolare. Ci siamo quando non vediamo una via d’uscita.

Forse qui, davanti a questo sepolcro, ci sentiamo al sicuro. Chi interpellava le nostre coscienze, sta lì disteso, senza più parola. Vegliamo distrattamente anche noi: non ci può far più nulla. Quella pietra posta davanti al sepolcro è la nostra garanzia, la nostra polizza assicurativa. Ero presente anch’io quel giorno al tempio, quando ai dottori della legge hai detto: “distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere”. Anche allora ho ascoltato distrattamente. Non ho capito le tue parole. Mi sembravi un po' delirante.

Ma poi ti ho sentito quando parlarvi ai tuoi discepoli: “Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno”. Qui non ho capito più nulla, volevo intervenire. Volevo chiederti qualcosa, ma mi sembrava così inopportuno. Sentivo parlare animatamente i tuoi di Lazzaro, della figlia di Giairo, del figlio unico della vedova di Nain. Mi sembravano belle storie per far colpo. Chissà se poi veramente un morto può ritornare in vita. Sulla porta del sepolcro ci possiamo stare per tanti motivi. Per verificare se quello che hai detto corrisponde alla verità. Per impedire che gli altri mistificano la realtà. Perché in fondo ci piace commiserare.

Eppure noi stiamo lì, davanti al sepolcro, perché abbiamo creduto alla tua parola. Crediamo che quella pietra, in fondo, non è troppo pesante per essere rotolata. Crediamo che la vita è più forte della morte. Crediamo che dal buio di quel sepolcro, nascere la luce che abbatterà le nostre tenebre. Crediamo nella promessa di Dio, che nel Figlio Gesù risorto, non ci abbondonerà mai.