Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, sabato 11 aprile 2020 -  Se Cristo avesse percorso il suo Calvario senza che nessuno gli degnasse di uno sguardo (per assenza di popolo) avrebbe vissuto quello che questa sera il papa ha provato: un deserto di anime. Nessuna voce che denunciasse l’ingiustizia degli uomini nei confronti di quel povero cristo che stava per essere ammazzato. E nessun grido che invocasse pietà per quell’uomo fin troppo flagellato. Nulla. Un silenzio che farebbe invidia al momento che precedette la Creazione.

Una croce che viene trasportata con i denti, solo il rumore dello schioccare delle fruste, e nessun essere vivente che si affacci dalla propria abitazione per vedere cosa stia succedendo. E se poi quell’uomo non fosse stato molto conosciuto, una miseria nella miseria… Una strana Via Crucis: solitaria. Chissà cosa ne sarebbe stata della storia degli uomini. Nemmeno un episodio, le stazioni, che ci sono state tramandate dalla Madonna (che ripercorse il tragitto fatto dal Figlio), non   sarebbero arrivate fino a noi. Non avremmo saputo delle sue cadute, della Veronica, del Cireneo, delle Pie donne di Gerusalemme, della flagellazione…             

Ma solo della Crocifissione. Avremmo saputo che Gesù è stato condannato a morte e giustiziato tramite crocifissione. E in mezzo un nulla cosmico! Un Mistero molto più grande di quello che conosciamo. Avremmo avuto sulla coscienza la morte di un innocente, e in mezzo un enorme punto interrogativo. Che strana la Storia! La piazza di questa sera davanti alla basilica di San Pietro incute un fortissimo timore: cosa sta succedendo?? Perché non c’è la gente??     

La stessa domanda potevano porsela i soldati romani se Gesù non fosse stato seguito da nessuno, verso il Calvario. Perché non c’è anima viva che segua questo condannato? Forse le autorità di Gerusalemme potevano porsi più interrogativi se avessero visto una croce “che camminava da sola”. Un re abbandonato da tutti nel momento del bisogno. Assurdo e pauroso. Si aspettava solo qualche cataclisma “chiarificatore”: non sempre la folla fa effetto! Sappiamo tutti che la folla non pensa: va d’istinto, vince la maggioranza.

Ma se si vedesse un solo uomo che stava avanzando, e allora forse sta per succedere qualcosa di importante. Le stazioni della Via Crucis danno un momento di respiro a Gesù, brevissime pause che servono solo per dissetarlo, invece in una “Via Crucis Unum” sarebbe stata una corsa contro il tempo: non c’era motivo per rallentare quella condanna. Forse anche per paura che i seguaci di Gesù potessero fare delle imboscate ai soldati romani.

Il deserto di San Pietro di questa sera incuteva lo stesso timore: potrebbe succedere qualcosa da un momento all’altro. In piazza San Pietro non c’erano pericolosi agguati improvvisi: nessun nemico, ma solo una disperazione che non si riesce a placare. Solo buio e dubbi. Solo un uomo “contro tutto”. Solo poche luci e tante ombre proiettate dalla cupola. Solo l’umanità assente in quel posto. Solo una croce vuota senza che ci sia sopra l’uomo che si sta cercando. Solo fiaccole accese per capire se la strada da percorrere è quella giusta. Solo la Luna che è una verità assoluta. E basta.   

Il selciato di San Pietro e quello che portava al Golgota sono simili: pietre già scalfite da moltitudini di gente. Quello di San Pietro per cercare conforto e fede, quelle del percorso verso il Golgota scalfite da centinaia di condannati a morte che si sono caricati ognuno la propria croce. Pietre. Dure, sulle quali cercare di raggiungere qualcosa che potrebbe rivelarci cosa c’è sulla sommità del Mistero. Il silenzio di dio c’era anche questa sera a Roma. Come c’era sul Calvario. Dio non parla da sempre!! Forse l’ha fatto solo una volta, quando disse: “Sia la luce!” e la luce fu.  

Da quel momento non disse nemmeno una parola. Le lasciò a noi per discutere e capire cosa successe da quando “la luce fu”. E oggi il deserto che avvolge tutti noi, è uguale a quello di ieri: se Cristo non fosse stato seguito dai suoi devoti discepoli fino alla sommità della Croce...

 

Mario Ciro Ciavarella Aurelio