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Redazione

San Marco in Lamis, giovedì 27 agosto 2015 - Esposto denuncia negligenze dell’Ente Comune di San Marco in Lamis in relazione agli obblighi di legge relativi al randagismo. Comunicazione rinuncia ad ogni attività di assistenza presso il rifugio temporaneo. La sottoscritta Torelli Antonietta Assunta, nata a San Giovanni Rotondo il 15.08.1967 e residente in San Marco in Lamis alla Via Della Vittoria, n. 110, in qualità di presidente e legale rappresentante p.t. dell'Associazione di Protezione Animali “Arca di Noè”, con sede corrente in San Marco in Lamis alla Via Roma, n. 41, ...

 con riferimento all’oggetto indicato, comunica quanto segue: da anni la Onlus “Arca di Noè” si fa carico di affrontare e gestire il problema del randagismo nel territorio comunale di San Marco in Lamis, sostituendosi a tutte le attività che, invece, in applicazione della normativa nazionale e regionale, graverebbero, in particolare, sulla Pubblica Amministrazione.

Della gestione di questa attività da parte della Onlus, coinvolgente il mantenimento e la cura quotidiana di circa 80 cani, tutti di proprietà del Comune, lo stesso Ente si è da sempre approfittato, disinteressandosi di tutto quanto legato al delicato problema, limitandosi 2 soltanto, occasionalmente, a liquidare all’associazione qualche rimborso per le spese sostenute di mantenimento dei cani. Preme brevemente sottolineare come l’Associazione, ad oggi, continui, con sacrifici inimmaginabili a causa della sua disastrosa situazione economica, a provvedere ai bisogni dei cani di proprietà di Codesto Comune, nella certezza che, qualora a ciò non provvedesse, questi poveri esseri sarebbero lasciati in totale abbandono. Recentemente, l’associazione, per il tramite della sottoscritta, ha avanzato nei confronti del Comune la richiesta di mettere a disposizione un automezzo da adibire al trasporto di cibo ed acqua presso il rifugio temporaneo per cani ubicato all’interno del Bosco Difesa, contrada “Battista-Iambicci”, in cui sono attualmente ospitati circa 80 cani.

Tale richiesta nasceva dall’esigenza di sostituire i vari automezzi che nel corso degli anni l’associazione ha utilizzato e sostituito in quanto sottoposti a usura repentina stante il grave stato della strada che porta al rifugio dei cani. Senza un automezzo in dotazione all’associazione è diventato impossibile far fronte anche alle minime esigenze per la gestione del rifugio, in quanto non vi è la possibilità di portare il cibo e l’acqua ed ogni esigenza ai cani ivi ospitati. Purtroppo, la richiesta, nonostante svariati solleciti, non ha avuto alcun esito positivo.

Ciò significa, molto semplicemente, che l’associazione deve rinunciare ad ogni attività di assistenza ai cani lasciandoli in totale abbandono con gravi rischi per la pubblica incolumità considerato che sul totale di 80 cani assistiti, ve ne sono circa trenta vaganti, non chiusi all’interno del recinto ma che stazionano nella zona in quanto ricevono assistenza con cibo ed acqua. Cosa succederà nel momento in cui tali cani non riceveranno più il cibo e l’acqua? Sicuramente dovranno recarsi nei centri abitati più vicini con grave rischio per la sicurezza e l’incolumità dei cittadini e dei turisti oppure aggrediranno gli animali che pascolano nelle vicinanze, con conseguenti gravi danni, nell’uno e nell’altro caso. Invero, nel corso degli anni, le continue richieste d’intervento presentate dalla Onlus, tese solo a sollecitare interventi gravanti per legge sulla Pubblica Amministrazione non sono state minimamente prese in considerazione.

In particolare, si fa riferimento: - allo stallo procedimentale in cui versa la richiesta di permesso di costruire presentata dalla Onlus Arca di Noè nel lontano dicembre del 2012 (istanza depositata il 7.12.2012, prot. n. 16657) per realizzare, sul territorio comunale, un canile a stabulazione libera, sulla quale, nonostante ripetuti solleciti (prot. n. 10589 del 22.07.2013 e prot. n. 12540 del 06.09.2013), Codesto Ente, ad oggi, non si è ancora espresso; - alla gravità dello stallo procedimentale appena indicato in considerazione delle pressanti necessità di risolvere in tempi brevissimi il problema della sistemazione dei cani di proprietà del Comune, a causa dell’esecuzione (in parte già avvenuta) di un provvedimento di reintegrazione nel possesso dei terreni dove la Onlus aveva, con il consenso dello stesso Comune, predisposto, oramai da tempo, un rifugio provvisorio, “Il Nido dell’Usignolo”, dove custodire e accudire questi cani; - al mancato intervento a tutela dei cani di Vs. proprietà in occasione dell’esecuzione del provvedimento poc’anzi indicato, che nel febbraio 2014, con lo sgombero di uno dei due lotti del rifugio, ha portato alla liberazione nei boschi circostanti di circa 40 cani, lasciati in totale abbandono, e la maggior parte dei quali morti avvelenati nell’arco di due soli giorni (episodi questi immediatamente denunciati all’Autorità Giudiziaria); - al mancato intervento anche dinanzi a richieste disperate provenienti dalla Onlus, che, nell’impossibilità di riuscire a sfamare i cani per carenza di liquidità economica, informava 3 Codesto Ente che nella struttura predetta, per mancanza di cibo, si erano addirittura verificati episodi di cannibalismo tra i poveri ospiti del rifugio (nota del 18.09.2014, prot. n. 13121); - al mancato intervento, in soccorso della Onlus, in occasione della grave alluvione verificatasi nel settembre 2014 nella zona e che ha letteralmente distrutto il rifugio “Il Nido dell’Usignolo” e provocato addirittura la morte di sette cuccioli in esso ospitati.

A seguito di questo tragica calamità naturale, il rifugio è stato ricostruito alla buona, naturalmente senza il minino sostegno da parte dell’Ente Comune ma con l’aiuto di altre associazioni animaliste. Ad oggi, esso, (situazione segnalata, da ultimo, ai Vs. Uffici in data 26.01.2015), oltre che essere totalmente isolato a causa della distruzione della strada sterrata di accesso alla zona e, quindi, inaccessibile, risulta un luogo completamente degradato, vivendo i cani al suo interno ospitati tra terra e fango. Addirittura peggiore è poi la situazione nella quale versano i cani lasciati liberi nella zona circostante, i quali non possono contare neppure in un piccolo spazio coperto invece a disposizione dei cani presenti nel rifugio (nel quale almeno qualche cuccia molto rudimentale si è riusciti a predisporla).

Ciò considerato, preme rilevare come tutte le negligenze elencate costituiscano gravissime violazioni di obblighi di legge gravanti su Codesta Amministrazione comunale, implicanti non solo responsabilità sul piano amministrativo, ma anche penale. Pertanto, la sottoscritta, in qualità di Presidente dell’Associazione “Arca di Noè”, con la presente, comunica che a partire dalla data odierna l’intestata associazione smetterà ogni attività di assistenza ai cani ospitati nel suindicato rifugio nonché ai cani stazionanti nelle zone limitrofe al rifugio, sollevandosi da ogni responsabilità circa eventuali danni a persone o cosa che dovessero derivare da aggressioni e/o incursioni di branchi di cani all’interno del territorio comunale. Ad ogni modo, l’associazione monitorerà e verificherà l’attività del Comune in relazione all’assistenza ai cani presenti all’interno ed all’esterno del rifugio e, in caso di inattività della P.A., provvederà a denunciarne tempestivamente la condotta negligente alle autorità e agli organi di stampa in indirizzo.

Per l’Associazione “Arca di Noè”

Torelli Antonietta Assunta