Mario Ciro Ciavarella Aurelio

San Marco in Lamis, mercoledì 1 luglio 2020 -  Una schiava di nome Joice Het, ultracentenaria; la balia di di George Washington; la sirenetta delle Fiji; il generale Tom Thumb Stratton, alto 63 centimetri; l’elefante gigante Jumbo; i gemelli siamesi Chang e Ehng Bunker; donne barbute e uomini con la coda.

E per alcuni anni si esibì anche Buffalo Bill (quello vero). Quelle elencate sono state alcune delle attrazioni del famoso circo Barnum, fondato 149 anni fa da Phineas Taylor Barnum. Il tutto per far credere che in natura ci sono “stranezze” che solo lui poteva esibire (solo Buffalo Bill non era una stranezza). Il signor Barnum è stato il primo produttore di illusioni, prima che nascesse il cinema.

 Ha “istruito” il suo pubblico facendogli credere che sul nostro pianeta ci fossero nani (troppo nani) e giganti (troppo giganti). I “freaks”, così venivano chiamati i “mostri” che la natura umana concepì superando sé stessa. Esseri viventi che solo Barnum aveva: erano di sua proprietà.

 Inizialmente il circo era stabile, poi Barnum mise le ruote al suo baraccone e iniziò a girare il mondo, per fargli vedere cosa potesse, lui stesso, concepire: stranezze, che agli occhi degli esseri “normali” facevano nascere il dubbio sull’esistenza di dio.

 Un dio distratto che aveva dato una gamba in più a chi già ne aveva due, oppure la barba a chi non doveva averne: le donne, oppure le squame a chi non sapeva cosa farne. Barnum era il depositario degli errori di dio, lui era destinato a far sapere al mondo che dio poteva anche distrarsi.

 Tre anni fa i discendenti del primo Barnum hanno deciso di chiudere le tre piste che caratterizzavano questo circo: troppe spese, pochi spettatori che non si meravigliano più delle strane “invenzioni umane” del circense e animalisti che attaccano qualsiasi circo che vagabondi sul nostro pianeta. Quindi, stop con le illusioni.

 In effetti, non c'è spazio per circhi itineranti che mostrino cose che “non esistono”: il nostro mondo fermo assomiglia già ad un circo gratis. Non c’è bisogno che si paghi un biglietto per meravigliarci del “fenomeno Uomo”. Le stranezze le vediamo tutti i giorni, fatte da gente fisicamente normodotata e spesso anche plurilaureata. Eppure generatrice di fesserie!!

 All’inizio dell’attività del circo, c’era un’innocenza che entrava dentro il tendone prima della persona stessa: si aspettava di vedere cose mai pensate dalla mente umana. Adesso tutto è visibile, ma è stata anche data libertà agli animali e dignità alla diversità (i “freaks” di una volta).

 Barnum ci aveva insegnato che l’illusione è di questo mondo, considerando certe creature esibite al pubblico. Ma la politica ci ha messo in faccia una realtà che va oltre l’illusione: la certezza è di questo mondo! Dove è inutile illudersi che qualcosa cambi. Barnum con i suoi nani e ballerine ci ha fatto illudere che ci sono mondi diversi.

 Adesso tocca chiudere al Cirque du Soleil: il Tendone dei sogni chiude i battenti per il coronavirus. La Grande Attrazione è stata costretta a far ricorso alla bancarotta piegata dal Covid. Sembra che non sia una chiusura definitiva: si cercherà di ristrutturare il proprio debito e tornare a incantare i milioni fan con i celebri spettacoli acrobatici. Sarà molto difficile.

 Un grande circo nato 36 anni fa in Canada, senza fare uso di animali, ma solo acrobati, saltimbanchi, musici (le musiche sono tutte originali ed eseguite sempre dal vivo!), e tutto ciò che la nostra mente riesce ad immaginare ma quasi mai a realizzare. Veri e propri artisti che si esibivano spesso anche senza rete di protezione, volteggiando tra trapezi e ruote giganti che incantavano un pubblico non solo sorpreso, ma anche spaventato.

 Moti artisti di questo circo erano africani: gente dura abituata al lavoro e al sacrifico. Ogni spettacolo aveva un titolo ben preciso: “Aqua”, “Amaluna”, “Totem”, “Corteo” e tanti altri. In pratica degli spettacoli concept, dove si raccontava un’unica storia interpretata tra volteggi, risate, cerchi di fuoco e tutto ciò che può rendere dura la vita di un circense.

 L’Italia è stata spesso meta del Circo del Sole, come quando durante la notte bianca di Lecce del 5 dicembre 2008, si è svolto uno spettacolo unico, si è avuta infatti un'esibizione presso Piazza S. Oronzo. In tale spettacolo, ispirato a Leonardo da Vinci e Cristoforo Colombo, la piazza barocca ha svolto il ruolo di scenografia dello spettacolo intitolato “Il Sogno di volare”.

 Speriamo che chi di dovere intervenga per far riaprire i battenti del circo: non si possono perdere emozioni irripetibili che non tutti hanno provato. Il Covid sta battendo l’uomo, e tutto questo non è giusto. L’Umanità ha senza dubbio il diritto di replica!  

 

Mario Ciro Ciavarella Aurelio