Mario Ciro Ciavarella Aurelio

San Marco in Lamis, venerdì 11 settembre 2020 -  Come quando si conquista una città. Ci si addentra. Ci si guarda intorno. Spesso non c'è anima viva. Solo solitudine. E qualche rudere che è ancora lì: come testimone di un passato ormai glorioso. I nuovi conquistatori già stanno pensando come rifare tutto, compreso quello appena distrutto. Il nuovo presidio militare, le nuove abitazioni per i civili, le mura per difendersi. La costruzione di un nuovo Arco.

La potenza di una Nazione viene espressa spesso con il passaggio sotto un Arco. Che rimarrà a futura memoria, come gesta, e con scritte che ricorderanno ai posteri il perchè di quella costruzione. Fortunatamente non siamo in tempi di guerra, anche se negli ultimi mesi ne stiamo combattendo una in modalità “silenzioso”, contro un nemico altrettanto taciturno. E poi ci si mette anche una crisi economica mondiale che non ha precedenti da parecchi decenni.

E allora sì: siamo in guerra!! Fortunatamente nessuno spara, e nessuno viene ferito direttamente da un nemico che esiste e che nessuno vede. E allora abbiamo bisogno di stimoli, che possano essere parole di incoraggiamento, come gesta che poi vengono imitati da tanti altri. La nostra realtà locale sta soffrendo non poco questo passaggio epocale, che sta interessando soprattutto tutti i Sud del Mondo. Un incoraggiamento. Come può esserlo un'allegoria. Una figura pittorica o plastica che possa raffigurare un concetto. Come il Concetto di trionfo, anche se potrebbe essere una vittoria futura!! Si spera sempre di vincere o almeno di non perdere quello che si possiede. Si pensa al futuro del nostro paese, e a non perdere quello che abbiamo conservato, nella memoria storica e nella società attuale, e lo porgiamo con le nostre mani a gente che verrà.

Come i memi. I geni hanno la proprietà di trasmettere le caratteristiche fisiche e non solo, ai nuovi nati. I memi hanno forse una responsabilità maggiore: trasmettere quello che abbiamo fatto!! I nostri pensieri!! Le nostre azioni!! I nostri desideri che spesso purtroppo non si sono avverati. Ma c'era comunque la volontà nel riuscire!! Nei nostri monumenti, che in tanti conoscono in tutto il mondo, sono racchiusi i nostri memi: quello fatto per far sì che quella costruzione contenesse la memoria anche dei sammarchesi cittadini del mondo. Per non dimenticare. Il Convento di San Matteo e quello di Stignano: e in mezzo la gente di San Marco in Lamis, cullata da una forte eco di ispirazione cristiana o comunque spirituale.

Viviamo in una valle che vuole custodire quello che siamo e che saremo in futuro. Una Valle che improvvisamente si apre e dà segni di vita: laggiù c'è gente che vive e vuole farlo nel modo migliore possibile. La vita è una sola e non c'è possibilità di sbagliare. Siamo responsabili di portare a testa alta il nome della città di SAN MARCO IN LAMIS, soprattutto dopo alcuni fatti accaduti pochi anni fa, e che nulla hanno a che vedere con la società locale. Tra i due conventi ci passa la Via Francigena e quella Langobardorum. Che hanno portato in un lontano passato, migliaia di pellegrini verso la Grotta delle Apparizioni a Monte Sant'Angelo. Un percorso ideale, verso un luogo che ha reso al mondo la consapevolezza che qualcosa di “Terribile” c'è sul Gargano: una porta che unisce il Cielo alla Terra.

Forse è l'unico percorso sulla terra che “spiega” la rivelazione degli angeli. Solo entità spirituali che sfuggono anche alla logica di coloro che li vedono o li sognano. E in mezzo a tutta questa storia intrisa anche da leggende, ci siamo noi. Che testimoniamo la nostra presenza adesso anche con questo Arco, posto al centro della nostra città. Quasi un passaggio obbligato dove fermarsi. E ammirarlo. Non ci sono nomi di generali o conquistatori riportati lì sopra. Ma solo marmo bianco della nostra terra. È un

testimone ancora muto, ma speriamo che presto potrà raccontare ai figli che  verranno, quella che San Marco è diventata nel frattempo. Nel frattempo. L'Arco come unità di misura del tempo che passa: da oggi in poi... Da quando il sole per la prima volta batterà su quel marmo, fino a quando il nostro paese avrà un futuro migliore. Spetta a noi far diventare quel bianco ancora più bianco. Senza nessuna ferita. Ma solo trionfi che qualcuno nel tempo potrà scalfire: riportando sul marmo, trionfi e soddisfazioni. Come testimonianza. Ai sammarchesi che verranno...

Mario Ciro Ciavarella Aurelio