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Mario Ciro Ciavarella Aurelio

San Marco in Lamis, venerdì 9 ottobre 2020 Sono da sempre quei due, massimo tre mesi, che decidono quasi tutto. Nel bene e nel male. È l'estate che detta i tempi e i modi di come e quando iniziano e finiscono gli amori. Che possono essere per sempre (pochissime volte) o momentanei (spesso). É l'estate che dirige cosa sarà di quelle due persone. 

Il tempo del sole e del caldo, si frappone tra le anime e suggerisce le movenze dei sentimenti. Le situazioni sono sempre quelle: incontro, conoscenza, “approfondimento”, e poi: via oppure rimanere. È un rituale che nulla aggiunge a quello che è il ritmo naturale delle cose. Poi arriva settembre e inizia un nuovo anno sociale. L'inizio dell'anno dovrebbero spostarlo al primo di settembre: è da quel momento che la vita riprende.

 “Summertime”, un telefilm di Netflix, nulla aggiunge a quello descritto sopra. La differenza la fa il modo di inquadrare il tutto, nella bravura degli  attori e di una fotografia straordinaria. Nei visi, nel mare Adriatico stupendamente inquadrato che prende vita più volte. E sulla spiaggia si sente con mano la tensione che c'è tra i vari personaggi del telefilm. È una serie quasi platinata, non per sembrare “ricca”, ma per dare un segno di “pericolo” su quello che sta per accadere. 

 Il personaggio principale che si chiama Summer, odia l'estate: l'annoia. Così decide di andare a lavorare in un albergo durante il periodo estivo. Basta dire solo questo per evidenziare quanto “pericolosa” possa essere la bella stagione. Ma lei non sa che da un momento all'altro potrebbe incontrare qualcuno di cui innamorarsi. E infatti succede.

 Ma poi sembra che alla fine dell'estate tutto finisca. Come finisce il sole, il caldo e tutto ciò che toglierà quella sottile pellicola che ha ricoperto parte della vita di tanti di noi. Che aspettano l'estate. Sapendo che sarà solo un'illusione che ci farà vivere “bene” solo per pochi mesi. Un intermezzo spietato, aspettato e poi riposto da dove l'avevamo andato a prendere.

 L'estate sembra un indumento che si usa solo quando crediamo di vivere come diciamo noi. Ma spesso gli indumenti li adattiamo: al freddo, al caldo e a tutto ciò che  le previsioni non avevano previsto...

 

Mario Ciro Ciavarella Aurelio