Stampa 

Mario Ciro Ciavarella Aurelio

San Marco in Lamis, giovedì 26 novembre 2020 -  Ci sono storie che possono essere raccontate solo con delle immagini. O addirittura con una sola foto. Oppure con un solo indizio. O se vogliamo esagerare: con una sola parte di un’immagine.  Come quella nella foto. Fa parte di una parte di un’immagine più ampia: oltre ai 7 giocatori che si vedono, ce ne sono altri 15 disseminati sul resto del terreno di gioco. Che non so cosa stessero facendo in quel pomeriggio del 25 giugno del 1986 (semifinale del Mondiale giocato in Messico tra Argentina e Belgio), visto che non stavano attivamente facendo parte del gioco, quando questa foto venne scattata.

È una foto difficile da spiegare, forse i giocatori del Belgio avevano fatto la   barriera e subito dopo c’è un “rompete le righe” improvviso, e tutti contro Maradona. Ma sembra di no, la posizione dell’argentino è troppo decentrata su un’eventuale barriera che sta evaporando.

 Oppure è stato uno strano schema ideato dal c.t. del Belgio per confondere le idee a Maradona, oppure… non sappiamo come mai mezza squadra belga ce l’avesse proprio contro l’attaccante avversario. E gli altri 4 giocatori belgi cosa fanno in quel momento? Escludiamo il portiere che è in porta.

 Il gioco del calcio a volte è strano, anche perché spesso bisogna giocare non contro una squadra, ma contro un solo giocatore. Quando si dice: “Bisogna bloccare tizio, e sarà facile vincere”. Johan Cruijff, il giocatore olandese, quello più completo di tutti i tempi. Forse solo in porta non sapeva giocare. Su questo calciatore molte squadre hanno giocato contro, lasciando quasi da parte il resto dell’Olanda. Hanno cercato di bloccare ogni sua iniziativa, ma era quasi impossibile farlo.

 E prima di Cruijff, un altro che bisognava bloccare era Pelè, solo che il giocatore brasiliano non aveva le competenze di “direttore di squadra” come quelle dell’olandese. E alla fine arrivò Diego Armando Maradona. Il senso del possesso del pallone, penso che sia stato inventato proprio da Maradona, è lui che ha messo l’imprimatur alla frase “il pallone è mio”, dai suoi piedi era difficile toglierglielo, ed era anche difficile che lui lo passasse ai suoi compagni di squadra, a meno che non avesse scartato almeno tre avversari.

 E in questa foto forse sta pensando di fare proprio questo: esagerare, scartando mezza squadra del Belgio e poi forse segnare. Quell’incontro venne vinto dall’Argentina per 2-0, con due gol di Maradona. Ma non sembra che questi due gol fossero frutto di un’azione del genere: scartare 6 avversari.

 Questa immagine forse fa parte di un momento del gioco quando questi 6 belgi sono molto distanti dal resto dei loro avversari. Forse il resto degli argentini si sta riposando su una sola zolla, messisi da parte lì dove c’era un po’ di ombra. Considerando che l’incontro si svolse sotto un sole che riscaldava il campo di Città del Messico con quasi 40 gradi.

 La bellezza dei campioni consiste anche in questo: lavorano loro per far riposare gli altri. Alla fine, la vittoria sarà sempre divisa in parti uguali.

 

Mario Ciro Ciavarella Aurelio