Tonino Cera

San Marco in Lamis, venerdì 1 gennaio 2021 -  Bene ha fatto Raffaele Fino a dare notizia della inopinata scomparsa della denominazione di una via cittadina, anche se di Borgo Celano ma sempre S. Marco è ( “lu Vellagge”), almeno fino a prova contraria. E la cosa fa ancora più male poiché quella via era stata nel lontano (ma non tanto!) 1982 intitolata a Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, anarco-socialisti italiani emigrati negli Stati Uniti e lì barbaramente trucidati, ancorchè innocenti. Uno, Sacco, nostro conterraneo, essendo nativo della vicina Torremaggiore, e per questo a noi ancora più caro.

Ora, ripeto, fa bene Raffaele, che chiede di rimettere le cose al loro posto, sostanziale e formale, magari con atti amministrativi conseguenti, e logici. Approfitto dell’occasione per segnalare altre tre situazioni toponomastiche (ma tante altre ce ne saranno) che nel corso degli anni “sono saltate agli occhi”, questa volta, del sottoscritto. Una riguarda la costrizione alla quale Giuseppe Saragat e Sandro Pertini sono stati condannati, dopo esserlo stati in vita, da improvvisati e poco attenti “intitolatori”, a essere ricordati accanto a Giorgio Almirante che del fascismo, responsabile di quelle condanne, fu assertore convinto e fedele gerarca fino alla morte.

Un’altra, che fa a pugni con la storia, non si dice solo d’Italia ma dell’intera umanità, è possibile vederla nella parte poco a nordest di Salita della Carriera. Tre nomi che fanno tremare al solo nominarli sono lì ricordati: Enrico Fermi, Ettore Maiorana e, udite udite !, Alessandro Volta. Vada per le traverse intitolate a Volta e a Maiorana che un qualche uscio rappresentano, ma Fermi sta lì a denominare poco meno di una mulattiera. Ultima, ma non ultima, è quella traversa di Via della Vittoria intitolata a Luigi Pirandello. Ora, il drammaturgo siciliano e Premio Nobel è l’autore di “Uno, nessuno, centomila” o “Sei personaggi in cerca d’autore” e di altri capolavori della cosiddetta “incomunicabilità” ma dedicargli una strada senza nessuna abitazione o garage o altro a me pare il colmo. Si trova in Via della Vittoria ed è la seconda, e l’ultima, dopo quella che è all’incrocio con Via Sannicadro, questa invece senza denominazione(sic!?).

Pensate che in un racconto del grande drammaturgo intitolato “L’eresia catara” il personaggio principale si chiama Bernardino Lamis, sì proprio così, Lamis, ed è un docente universitario (quanti ne abbiamo e ne abbiamo avuto di sammarchesi) il quale arriva a far lezione in ritardo poiché imperversa un temporale ed è  così concentrato che non si avvede che quelli sulle sedie sono solo i cappotti inzuppati dei suoi studenti messi lì ad asciugare, i quali, a loro volta, non vedono il professore arrivare, e parla quindi all’aula vuota. Acqua, dunque, Lamis, appunto, S. Marco!

Se Sindaco e quant’altri decidono di porre rimedio, non sarebbe male farlo anche per le situazioni soprarichiamate.

 

                                                                                                                                                            Tonino Cera