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Mario Ciro Ciavarella Aurelio

San Marco in Lamis, sabato 23 gennaio 2021È stato uno strano Carnevale, quello del 2020. E quest’anno la stranezza continuerà (basti pensare che quello di Putignano si svolgerà d’estate!!??) Se molti erano in maschera, l’anno scorso, quest’anno si è preferito la mascherina, quella per non essere infettati. Comunque tutti in maschera!! Pochi contatti fisici anche tra gente che si conosce, e poi bisogna aspettare. Non sappiamo ancora bene cosa, ma aspettare.

E nemmeno per quanto tempo dobbiamo attendere tra un abbraccio e un altro. Soprattutto al Nord, dove il virus di Carnevale (chiamiamolo così) è arrivato dalla Cina. Leggendo i libri di storia, l’umanità è stata da sempre funestata da fatti tragici, provocati da guerre e anche da epidemie. Si leggono che in pochi anni la peste nera del 1347, anche questa giunta dalla Cina!!!, abbia dimezzato un terzo dell’Europa!!

L’influenza definita “Spagnola” in piena prima guerra mondiale ha ucciso quasi cento milioni di persone (il 4% della popolazione del pianeta), ed ora, tra corsi e ricorsi storici, dobbiamo stare attenti che tutto ciò non si ripeta. E non si ripeterà: il progresso della scienza e della tecnica ci viene in aiuto! (Speriamo nell’ efficacia del vaccino…)

 Le maschere di Carnevale hanno anche la loro utilità (come le mascherine), non solo per non farci riconoscere dagli altri, ma anche per scacciare i fattori negativi che circondano le nostre vite. Come i mascheroni che venivano posti sui portoni di alcuni ingressi di gente di un “certo rilievo”.

 Non farsi riconoscere: è sintomo di dissociazione dal mondo, o fare ciò che legalmente non è possibile. E a Carnevale tutto ciò che è “la regola” viene messo in discussione, per pochi giorni, ed è giusto così. C’è gente che si fa “giustizia” da sola in quei giorni. Come se un “virus illegale” avesse preso possesso della sua mente: il virus del giustiziere mascherato. Dove la legge non ci arriva, ci arriva Carnevale!

 Il Coronavirus sembra un virus mascherato: non vuole farsi riconoscere, c’è ma non si vede. Vuole farci visita per vedere, forse, fin dove arriva la “costituzione fisica” degli uomini. E per dire ai suoi simili: “Gli umani possono competere con noi fino ad un certo punto, poi perdono. E se non perdono, vincono loro. Bisogna solo aspettare per vedere quale sia la maschera che dura di più: quella umana o quella del resto che vive su questa terra”.

Pensandoci bene, in questi giorni di inizio Carnevale, vedendo il viso della gente coperta dalla mascherina, ci si confonde un po’: è una maschera per non farsi riconoscere oppure viene messa per non essere infettati? Strana sensazione. Ci si sente un po’ smarriti, davanti a gente che ci si presenta davanti e che ti guarda negli occhi: come se volesse farti uno scherzo.

Quello che poi risolve tutto è l’abbigliamento: è gente vestita normalmente, e allora non è una maschera di Carnevale. Ma c’è anche tanta altra gente vestita non in modo “normale” ed è in quel momento che ti vengono i dubbi. E si aspetta che da un momento all’altro, il mascherato, tiri fuori un bastone, di quelli di gomma dura, per tirartelo sulla testa. Ma non lo fa… neanche a Carnevale si ha tanta voglia di scherzare.

(Fino a quando indossiamo la mascherina sbagliata…)

 

Mario Ciro Ciavarella Aurelio