Marisa Giuliani

San Marco in Lamis, venerdì 9 aprile 2021 -  Qualche giorno fa, quando le dolci temperature che avevamo già assaporato avevano ceduto il passo ad un clima più rigido, ho ascoltato due signore dal fruttivendolo mentre ridendo alludevano al sole caldo sulle spiagge dell’Honduras. Mi era già capitato di sentir parlare del sole dei Caraibi in generale, ma in modo dettagliato due signore (pure di una certa età) che se la ridessero sul caldo dell’Honduras, in tutta sincerità non mi era mai successo. Allora incuriosita dalla loro preparazione sull’argomento, in punta di piedi sono entrata a far parte del discorso, scoprendo che la loro “cultura geografica” si era formata guardando la tv.

Pensai ai documentari quindi parlai un po’ del programmi come il Kilimangiaro, Eden e le signore continuavano a ridere. Di Osvaldo Bevilacqua e Sereno Variabile? Men che niente! Le signore mi hanno parlato dell’Isola dei famosi e la prova del fuoco. - Ah sì, la prova del cuoco - E le signore hanno continuato a ridere. Insomma per essere una persona che deve parlare anche di attualità, mi sono sentita davvero impreparata e sono tornata a casa con la voglia di capire quanto caldo fosse l’Honduras in questo periodo. Aprendo alcune pagine di internet, scopro che la prova del fuoco (non del cuoco) era una prova che veniva fatta già all’epoca precolombiana, quando quelle terre che oggi indichiamo come centro America, erano abitate da una delle civiltà più avanzate del pianeta Terra, i Maya. Per poter parlare di questa civiltà, oggi viaggiamo in Centro-America, in quel paese dove ancora batte il cuore della civiltà Maya: il Guatemala.

 
Ammetto di non aver mai visitato il Guatemala ma da quando con le signore dal fruttivendolo mi sono sentita come un marziano sulla terra, ho ricercato e studiato per affrontare anche un eventuale discorso da bar, quando mai a fine zona rossa, potremo frequentarne uno nuovamente.
Ho scelto di continuare il nostro viaggio alla scoperta di culture più o meno conosciute e/o sconosciute, perché possiamo trovare anche in Guatemala tradizioni culturali e culinarie che sono non dissimili dalle nostre. Per gli utenti abbonati di Netflix consiglio un film documentario dal titolo Guatemala: il cuore della civiltà Maya.
Terra ricca di vulcani attivi, di vegetazione, di paesaggi infiniti, dove è nata una delle più grandi storie di tutto il continente americano, come dice il documentario, e che io oserei dire di tutto il pianeta, che in duemila anni è stata una civiltà socio-culturale evoluta che ha sviluppato un sistema di scrittura, astronomia e matematica, arte, architettura ed economia. Una terra con grandi ricchezze naturali, un paese che è riuscito a fondere due mondi diversi, l’occupazione spagnola e la civiltà Maya.
 
La particolarità di questo paese è di sicuro la perfetta integrazione della sua gente fatta dai discendenti maya, la cultura spagnola e gli schiavi africani. Questo incrocio di culture è ben amalgamato nei guatemaltechi che scandiscono le loro giornate attraverso riti che ricordano i propri antenati mantenendo viva la propria cultura attraverso la lingua e le tradizioni, ma anche gli spagnoli che arrivarono in questa terra più di 500 anni fa.
Come per tutti i paesi di origine ispanica, anche nel Guatemala la religione segna il calendario dei riti dell’anno. Paese laico dal 1985, Il Guatemala ha una maggioranza di popolazione di fede cattolica. Prendo spunto proprio da questo per parlarvi di un solo aspetto di questo Paese. Abbiamo appena vissuto la Settimana Santa, giorni in cui le tradizioni di ogni paese di fede cristiana si intensificano attraverso i riti che fanno terminare il periodo quaresimale e che vivono il triduo Pasquale attraverso i memoriali della Passione e Resurrezione di Cristo.
Nelle principali città del Paese come ad esempio Antigua Guatemala, capitale del Paese dall’arrivo degli spagnoli fino alla metà del '700, la processione del Venerdì Santo avviene attraverso la preparazione di carri che sfilano per le vie tracciate da dei tappeti fatti di sabbia e segatura colorati, che si disfano al passaggio dei fedeli che sorreggono le immagini della Passione di Cristo. In questa processione c’è la cultura, la tradizione, la storia e le usanze delle persone.
Le tradizioni del Guatemala sono frutto della cultura Maya e del colonialismo spagnolo. Anche se l’intendo degli spagnoli era quello di inculcare il cristianesimo nei villaggi Maya, non sempre fu possibile e nacquero così un mix di religioni, dove molte riti cristiani si fusero con i rituali Maya. Si creò quello che gli esperti chiamano “sincretismo religioso”.
 
Terra ricca di coltivazioni di frutta e verdura dalle dimensioni più grandi al mondo. Piantagioni millenarie di mais, coltivato già dai Maya, i quali attribuirono proprio al mais la creazione dell’umanità.
Il Guatemala è terra ricca anche di caffè e cacao ma nonostante ciò non sono ingredienti molto usati nella gastronomia guatemalteca che vede per lo più fritti, bolliti, verdura (quasi sempre come guarnizione) ed ovviamente mais. Uno dei piatti che preferisco della cucina guatemalteca è il Pepiàn de pollo, speziato, gustoso, magari in u’altra occasione impareremo a cucinarlo. Quest’oggi prepariamo invece, un piatto comune ai Paesi dell’America Centrale, ma che in ognuno di essi esiste una particolarità che lo rende unico: il Guacamole.
 
Ingredienti
 
1 avocado maturo
1 cucchiaio di brodo di pollo
1 spicchio d’aglio
1 pomodoro
1 cipolla tritata
 
 
 
 
Istruzioni
 
Tagliamo l’avocado a metà e privarlo del nocciolo, basterà dare un colpo secco col coltello sul nocciolo e girare per un quarto, verrà via con facilità. Incidiamo delle righe sulla polpa in senso verticale e orizzontale e si staccherà dalla buccia e schiacciamolo. A differenza di quello messicano, ad esempio che prevede il succo di lime, quello guatemalteco la parte liquida è fatta di brodo di pollo. Quindi aggiungiamo il brodo e l’aglio tritato e mescoliamo. Tritiamo i pomodori e le cipolle incorporandoli con l’avocado. Lo serviamo come condimento di carne
 
Ho imparato che questo Paese ha un profondo rispetto per le tradizioni e la cultura fatte di un connubio di tre continenti: i Maya e le Americhe, gli Spagnoli e l’Europa, gli Schiavi e l’Africa. Profondo rispetto per la natura che si fonde nei riti cattolici del colonialismo: il Guatemala è la perfetta sintesi di una civiltà che non è scomparsa, ma che si è confusa tra i nuovi arrivati, lasciando un segno indelebile nei guatemaltechi dentro i quali batte ancora un cuore della civiltà Maya.