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Antonio Daniele

San Marco in Lamis, venerdì 11 febbraio 2022 - In questo tempo segnato dalla pandemia non possiamo dimenticare il grande lavoro svolto dagli operatori sanitari per contrastare il Covid-19. Gli ospedali sono diventati luoghi off-limits per chi voleva andare a far visita agli ammalati, nello stesso tempo sono diventati “locande del buon samaritano” come ci suggerisce Papa Francesco nel suo messaggio in occasione della XXX Giornata mondiale del Malato. Ogni casa di cura è luogo privilegiato dove la misericordia di Dio si manifesta attraverso l’opera di ogni operatore sanitario.

Attraverso la loro cura amorevole che il malato sperimenta che la persona è più importante della malattia e della sua cura: “Il malato è sempre più importante della sua malattia, e per questo ogni approccio terapeutico non può prescindere dall’ascolto del paziente, della sua storia, delle sue ansie, delle sue paure. Anche quando non è possibile guarire, sempre è possibile curare, sempre è possibile consolare, sempre è possibile far sentire una vicinanza che mostra interesse alla persona prima che alla sua patologia. Per questo auspico che i percorsi formativi degli operatori della salute siano capaci di abilitare all’ascolto e alla dimensione relazionale”. Leggendo questo passaggio del messaggio del Papa, mi è venuto in mente il nome dell’ospedale fondato da Padre Pio, Casa Sollievo della Sofferenza.

S. Pio voleva che i medici e infermieri facessero diventare quel luogo, una casa che solleva dalla malattia e dalla sofferenza attraverso un approccio personale e mirato verso le persone segnate nel corpo con la malattia. Non l’ha chiamata ospedale, ma casa. Perché è nella casa che ogni persona si sente sicuro e accolto. È nella casa che ci sono gli affetti più importanti. Papa Francesco riconosce in questi luoghi delle case di misericordia, riaffermando l’importanza che esse hanno dato soprattutto nei paesi più poveri: “In questo contesto desidero riaffermare l’importanza delle istituzioni sanitarie cattoliche: esse sono un tesoro prezioso da custodire e sostenere; la loro presenza ha contraddistinto la storia della Chiesa per la prossimità ai malati più poveri e alle situazioni più dimenticate.

Quanti fondatori di famiglie religiose hanno saputo ascoltare il grido di fratelli e sorelle privi di accesso alle cure o curati malamente e si sono prodigati al loro servizio!” Le case di cura, gli ospedali e ogni altra forma di assistenza al malato non devono essere dei luoghi delegati per gli addetti ai lavori, ma tutti sono chiamati a farsi prossimo. “A questo proposito, vorrei ricordare - è sempre Papa Francesco che parla nel messaggio - che la vicinanza agli infermi e la loro cura pastorale non è compito solo di alcuni ministri specificamente dedicati; visitare gli infermi è un invito rivolto da Cristo a tutti i suoi discepoli. Quanti malati e quante persone anziane vivono a casa e aspettano una visita! Il ministero della consolazione è compito di ogni battezzato, memore della parola di Gesù: «Ero malato e mi avete visitato».


                                                                     Antonio Daniele