Mario Ciro Ciavarella Aurelio

San Marco in Lamis, martedì 15 marzo 2022 -  Quando nacquero le radio locali, la loro colonna sonora è stata una canzone di Umberto Tozzi: “Ti amo” del 1977. Anche se le prime radio libere in Italia emisero i primi vagiti da un microfono alcuni anni prima. E prima di allora non c’era una canzone che desse un “tono” caratteristico alle onde libere italiane, ma ogni radio libera aveva una sua canzone di apertura dei programmi. E grazie a quel brano si identificava quella radio. La prima radio locale sammarchese è stata “Radio Sammarco”, nata nel maggio del 1976 e la sigla iniziale dei programmi era la musica di “Scandalo al sole” di Max Steiner.

Ma è il 1977 l’anno del boom delle radio private, quando arrivò una sentenza della Corte Costituzionale: venne liberalizzata la trasmissione via etere in ambito locale. Le radio libere ebbero così copertura legale, da allora poterono moltiplicarsi su tutto il territorio nazionale. E con la moltiplicazione di onde radio, le canzoni presero il sopravvento: c’erano praticamente tutti i programmi radiofonici fatti solo da canzoni, pochissima informazione e altrettanta pubblicità. Il monopolio di Radio Rai era ormai caduto!!

E nel 1977 arrivò su tutti i giradischi delle radio locali d’Italia, una canzone che aveva cambiato il colore del proprio vinile: da nero era diventato rosso!!! Poichè i solchi di quel 45 giri erano ormai stati “arati” da milioni di giri, fatti fare nell’arco di una sola estate, dalla canzone “Ti amo”. All’epoca, l’ingenuità e la simpatia dei giovani d.j. che presentavano alle radio locali, “stroppiavano” il titolo da “Ti amo” in “Ti amo ti”. Dicevano così, per essere più simpatici, per essere individuati magari dalle ragazze che ascoltavano quel programma di quella radio locale. “Ti amo ti, amo…”, era anche il ritornello della canzone, individuabile dopo pochi secondi dall’ascolto. Un tormentone dell’estate di quell’anno che non verrà mai dimenticato!! E come le canzoni semplici e carine, nel suo testo non c’era niente di straordinario.
 
Nel testo della canzone di Tozzi si parla, tra l’altro: di un vino leggero, di un guerriero di carta igienica, farsi prendere in giro, della “testa” di una moneta, di una farfalla che muore sbattendo le ali, del Primo Maggio(?), di abbracciare una donna che stira cantando, di vestire la rabbia di pace e di sottane sulla luce(??) In pratica, un’accozzaglia di parole e detti (inventati da Tozzi e mai ascoltati prima) che danno un senso-non senso al brano musicale, con una melodia semplice ma coinvolgente. Quest’anno “Ti amo” festeggia i suoi primi 45 anni. Ed è un bel traguardo per una canzone che, scritta e cantata da un cantante che all’epoca non era molto conosciuto, è stata rivisitata più volte da cantanti di tutto il mondo!! Possiamo dirlo con orgoglio!!
 
Quando le radio locali non ci saranno più (purtroppo), veramente l’agonia è iniziata da almeno un ventennio, le ultime note che risuoneranno nelle radio degli italiani saranno quelle di questa canzone. Come dire: con una frase d’amore è iniziato tutto, e con la stessa finisce...
 
 
Mario Ciro Ciavarella Aurelio