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Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis - lunedì 26 ottobre 2015 - A volte non capisco dove inizia e finisce l’arte. Ci sono creazioni che tutto sembrano tranne che opere d’arte. Ma solo fesserie messe lì, così, giusto per fare qualcosa, invece di stare senza fare niente... e spesso è meglio. Adesso le chiamano… “installazioni”. Forse perché un po’ di pudore ce l’hanno… certi artisti. Cianfrusaglie, rifiuti, bottiglie scolate a metà, tutto messo insieme per dire al mondo che esistono anche… “opere d’arte indifferenziate”.

All’inizio c’erano tele, muri, marmi tutte materie dalle quali usciva… del creato. Nacquero opere che sono rimaste nella storia dell’umanità. Raccontano da dove veniamo, cosa la nostra mente riesce a concepire, e il tutto ci differenzia dal resto del mondo animale.

Ma a volte i dubbi nascono spontaneamente, come quando vengono installate opere d’arte moderne, che tutto sembrano tranne che il frutto di una mente eletta come quella dell’uomo.

Nel museo di Bolzano, donne delle pulizie hanno scambiato l’installazione artistica intitolata “Dove andiamo a ballare questa sera?” delle artiste Goldschmied-Chiari, per immondizia… indifferenziata. Lasciata lì dopo l’inaugurazione della mostra.

In effetti l’opera consisteva in bottiglie, sporcizia varia, birra e coriandoli amalgamati… artisticamente. L’altro aspetto curioso dell’opera composta da immondizia indifferenziata, si ispirava alla tante feste che organizzava fino a qualche decennio fa, l’ex ministro socialista De Michelis.

E quindi, se uniamo l’intenzione dell’opera con l’ispirazione della stessa, allora possiamo proprio dire che è un’opera… per intenditori!!! E in effetti l’arte non è per tutti.

Mettete i tagli fatti alle tele da Lucio Fontana. Quelle tele valgono milioni di euro!!?? Adesso, non voglio innervosirmi e addentrarmi nella mente umana, che io spesso definisco un errore della natura. Ma c’è da pensare!!! E non poco.

Come si può associare un’opera di Leonardo, Michelangelo, Brunelleschi e compagnia bella a… tagli, ritagli e frattaglie fatte da decine e decine di pseudo artisti che su tele, muri e marmi; tagliano, sporcano e aggiungono tutto ciò che vogliono senza un minimo di senso critico… e pudore??

Come farebbe un semplice fabbro, muratore o imbianchino???

Il bello che è che l’opera della quale sto scrivendo, “Dove andiamo a ballare questa sera?” verrà installata di nuovo!!! Nooo!!! E visto e considerato che si tratta di un’opera d’arte unica, deve essere uguale alla precedente, deve essere uguale e identica!!

Sono curioso di vedere come rimettono i coriandoli: mi raccomando nella stessa posizione di prima che passassero le signore delle pulizie!!

Chissà cosa si dicono nell’aldilà personaggi come Leonardo Da Vinci, Lucio Fontana, Andy Warhol (quello che ha colorato le fotografie… per intenderci).

“Lucio, ma quanto ci fai aspettare, fai subito che dobbiamo andare a trovare Dante che sta ha terminato il quarto libro della Divina Commedia: “Limbo”, chiede Leonardo Da Vinci a Lucio Fontana.

“Ancora un secondo, il tempo che strappo un’altra tela e vengo subito”, rispose l’artista… strappato all’agricoltura argentina.

“Ma lascia perdere, quello strappo te lo faccio fare dal mio sarto. Fai subito che Michelangelo già brontola, dobbiamo raggiungere Dante, ci ha commissionato delle illustrazioni da aggiungere alla sua ultima opera”.

E i tre artisti si avviarono verso la dimora celeste di Dante Alighieri che mostrò loro la sua ultima opera: “Limbo”, per completare la Divina Commedia.

Dante fece leggere il libro ai tre amici e ognuno di loro doveva interpretare a modo proprio la nuova cantica del poeta fiorentino.

Leonardo disegnò la copertina del libro, e pensò di interpretare quell’opera dantesca ornandola con tante anime di bimbi che pregavano tenendo le mani giunte e che ricevevano dall’alto un’ostia consacrata, portate loro dall’Arcangelo Michele con schiere di angeli. E le madri di questi bimbi che accarezzavano le ali degli angeli.

Michelangelo illustrò alcune pagine all’interno del libro appena finito di scrivere da Dante. E disegnò la Misericordia di Dio che piangeva per le anime che non potevano accedere alla Luce Eterna.

Lucio Fontana concepì l’ultima opera di Dante intitolata “Limbo” illustrando la quarta di copertina, a conclusione dell’intera opera. E disegnò… il Nulla.

O meglio… non diegnò nulla, ma proprio nulla. Sulla copertina che terminava l’opera di Dante non c’era nulla!!!

A conclusione dei tre lavori, ognuno dei tre artisti chiese a Dante un compenso.

- Leonardo chiese di poter avere una copia autografata di quell’opera.
- Michelangelo chiese di avere una cinquantina di copie da distribuire ai suoi amici scultori.
- Lucio Fontana chiese di avere… il copyright dell’intera opera di Dante Alighieri!!!

“Ma come, vuoi i diritti d’autore della mia opera? Ma se l’ho scritta io??”, protestò il divino poeta con Lucio Fontana.

“Sì, l’hai scritta tu, ma io ho concluso il tutto, mettendoci quello che veramente è il Limbo, cioè niente”.

“Ma già non c’era niente sulla copertina finale, non c’era bisogno del tuo operato”, si innervosì Dante.

“Ma se già non c’era niente, perchè mi hai fatto venire a… lavorare??”, rispose il tagliatore e creatore del nulla, Lucio.

Saputo della discordia, Dio emise il verdetto: diede ragione a Lucio Fontana, poiché il lavoro da lui espresso era… tutto ciò che sapeva fare.

Ancora una volta la Misericordia di Dio… aveva avuto ragione.

Amen…


Mario Ciro Ciavarella