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Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, martedì 10 novembre 2015 -  Spesso si sente l’esigenza di staccare da tutto e da tutti e di vivere (finalmente) come vogliamo. Al di fuori di qualsiasi convenzione sociale, fare solo quello che ci piace. Forse anche perché il genere umano si dimostra spesso non all’altezza della situazione: essere ad immagine e somiglianza del suo creatore. E allora via dalla pazza umanità e dedicarsi ad altro. A qualcosa che non tradisce, non delude, ma che ha solo bisogno del nostro affetto (e noi del suo).

  La sensibilità umana viene spesso scambiata per debolezza, immaturità… niente di più sbagliato. La sensibilità umana è l’aspetto che più ci avvicina al Creato, quello vero, che unisce sentimenti e bellezza della vita.

  Sentimenti e bellezza della vita sono evidenti nell’esistenza di Piera Angius, una signora di 94 anni di Bari Sardo in Sardegna.

  La quale nel suo giardino di mille metri quadrati, coltiva qualcosa come migliaia di fiori, tra cui tulipani, orchidee, rose antiche dai colori e profumi più ricercati. Hanno bisogno di lei, come i figli che hanno bisogna della propria madre. 

  Il tutto dietro la chiesa del paese intitolata a Santa Cecilia. Sembrano questi fiori tanti fedeli che stanno per entrare o sono usciti dalla chiesa. Come anime che cercano qualcosa oltre alla parola di Dio.

  I fiori di Piera fanno del bene. Spesso si legge: “Non fiori ma opere di bene”, ma in questo caso sono proprio i fiori a fare del bene, a quelli che li guardano.

  Questa passione di Piera dura da quasi un secolo, e da quasi un secolo con questo modo di vivere ha salvato tante anime, solo per il fatto che tanta gente ha visitato il suo immenso giardino. A quella vista molti hanno pianto, hanno chiesto scusa a quelli che sono stati offesi, e ritornati sui propri passi

  Vedere dei fiori fa capire l’importanza del mondo, come la fragilità dello stesso. Per rompere, recidere, calpestare un fiore non ci vuole nulla. Come  offendere o fare del male al prossimo, non ci vuole nulla.

 I fiori di Piera è come se fossero protetti da un’armatura invisibile: visti tutti insieme danno il senso della forza, del modo giusto di come si sta insieme.

  Come se questi fiori vivessero in un condominio dove tutti i condomini vivono in pace e serenità. Come se questa flora ci dicesse: “Vivete come noi, imparate da noi”.

  Un giardino dell’Eden primordiale, prima ancora del peccato originale, dove Adamo ed Eva ancora… non contaminavano l’ambiente. E Piera come se fosse… la giardiniera dei nostri progenitori, che mette ordine nel giardino per quando arriveranno i suoi proprietari: Adamo ed Eva.

 “Dovevano già stare qui, Adamo con sua moglie Eva, ma non vedo nessuno”, timorosa sta pensando Piera mentre li sta aspettando.

  “Ho preparato tutto: un letto fatto con orchidee, un’altalena con rose e viole, il tetto della loro dimora con tulipani, le scale con narcisi, la culla per quando servirà con un intreccio di mimose… tutto è stato fatto per loro da me, con dei fiori. Le creature perfette di questo mondo: non chiedono nulla e danno in cambio profumi.

 I fiori odorano, ascoltano tutto e vivono quello che noi proviamo. Così sarà anche per i miei ospiti: trasmetteranno ai loro fiori le loro sensazioni”.  

 “Salve Piera, finalmente siamo arrivati, abbiano sistemato alcune faccende, gli ultimi accorgimenti che il Padre Eterno ha voluto darci”, così salutò Adamo appena vide Piera.

  “Eva come stai?”, chiese la giardiniera dell’Eden alla compagna di Adamo.

  “Bene, bene. Ho visto che hai preparato tutto per il nostro primo giorno di nozze. La casa è pronta ed è tutta fatta di fiori”.

 “Grazie”, rispose Eva.

  “Potete prendere posto”, così li salutò Piera lasciandoli soli.

  Adamo ed Eva erano nel giardino dell’Eden preparato come… Dio comanda da parte della loro giardiniera di fiducia, e iniziarono a vivere la loro vita, da quel momento.

  “Vedo troppi fiori, occupano troppo spazio. Sarebbe meglio toglierne qualcuno, in modo che possiamo stare più larghi”, constatò Eva.

 “Veramente stiamo già larghi… ci siamo solo noi…”

 “Possiamo sempre tagliarli e darli come pasto agli animali… vegetariani”, suggerì Eva.

 A quelle parole i fiori iniziarono a tremare, quasi urlavano, ma erano urla mute, che venivano udite solo dai fiori più vicini. E iniziò la coalizione dei fiori contro Eva.

 Chiamarono come solo loro sapevano fare la loro amica e protettrice Piera, e la chiamarono con un rumore di fondo che solo Piera riusciva a sentire. Piera arrivò e parlò con i fiori.

 “Eva ci vuole tagliare e darci in pasto agli animali vegetariani”, protestarono i fiori con la loro “madre… biologica”.

  “Ma non penso che arrivi a tanto”, si chiese Piera.

  “Come no, proprio adesso l’ha detto e tutti l’abbiamo sentito”.

  “Adesso ci parlo io con Eva, voglio capire meglio”, così concluse il discorso Piera con i suoi fiori.

  “Ma è vero che vuoi tagliare molti fiori e darli in pasto ad alcuni animali?”

  Si, si fa spazio e si vive meglio”, rispose Eva.

 “Ma di spazio ce n’è quanto ne vuoi. I fiori crescono in altezza e non in larghezza… non occupano spazio”.

  “Non ti preoccupare, Piera, fai fare a me”, concluse la… prima donna.

  E così Eva a iniziò a tagliare più fiori possibili. Li mise tutti insieme e li diede in pasto agli animali.

  Ma nessun animale toccò quei fiori: odoravano di buono. E quei fiori gli animali li presero con le loro bocche e li portarono davanti al trono di Dio per rendergli omaggio.

  Dio vide tutta la scena e condannò Eva a vivere nel peccato e a soffrire ogni volta che avesse odorato un solo fiore. Venne cacciata dall’Eden e Adamo rimase senza compagna.

  E Adamo aspetta ancora che Dio gli dia una moglie per poter generare. Ma per ora si deve accontentare di innaffiare tutti i fiori del paradiso terrestre… per farli crescere e considerarli figli suoi, e iniziare la sua discendenza.

 Una discendenza fatta di fiori. Solo fiori e non esseri umani sarà il prossimo mondo.

  Solo fiori come opere di bene per il mondo che verrà!!

 

 

                                                                                         Mario Ciro Ciavarella