Redazione

San Giovanni Rotondo - mercoledì 6 gennaio 2016 - L’incendio delle due vetture avvenuto sabato sera nella zona commerciale di San Giovanni Rotondo ha due colpevoli. Si tratta di due giovani senza precedenti, arrestati dagli inquirenti dopo poche ore di indagini. I due ragazzi sono stati subito processati per direttissima e, chiedendo il patteggiamento, hanno ottenuto ‘solo’ un anno di condanna con sospensione della pena il che ha permesso loro di tornare ben presto in libertà. Contraddizioni della giustizia italiana che permette a due piromani di tornare, eventualmente, a delinquere sul territorio.

Dalle indagini è risultato come sia stata la Punto l’origine del rogo e non l’Audi parcheggiata nelle vicinanze, come erroneamente ricostruito subito dopo gli accadimenti. Duro lo sfogo del proprietario dell’Audi A3, un giovane professionista sangiovannese, sconfortato per il danno subito: “Ho visto andare in fumo la mia auto acquistata con tanti sacrifici per il gesto di due balordi che hanno pensato bene di incendiare le prime due auto parcheggiate nei dintorni per una stupida ripicca per non essere entrati nel locale da ballo. Avevo passato una splendida serata con amici che non vedevo da tanto tempo, e mi sono ritrovato con la macchina in fumo. La giustizia italiana purtroppo permette a questi soggetti di girovagare nuovamente per la città. E ai danni morali, psicologici e materiali chi pensa? – commenta amareggiato.

Lavoro tutto il giorno per portare il pane a casa, con una compagna e due bimbi in tenera età. Ho bisogno dell’auto per lavorare. L’assicurazione, nonostante abbia la polizza furto e incendio non paga perché, trattasi di un evento doloso. Potrei rivalermi sul patrimonio personale dei due arrestati, che mi riferiscono siano nullatenenti. In pratica penso che il danno subito dovrò pagarmelo da solo con i miei risparmi e sacrifici personali. Farò di tutto per avere giustizia. Quello che mi fa più male comunque – conclude il giovane – è che dalle istituzioni cittadine non sia arrivata una sola parola di conforto o di solidarietà. E triste sentirsi soli e abbandonati da chi dovrebbe pensare alla sicurezza dei propri cittadini. In altre occasioni non hanno mai mancato di dare sostegno e conforto al politico di turno o al cittadino illustre vittime di attentati, perché quello che ho subito io è un attentato vero e proprio, sebbene non si volesse colpire direttamente la mia persona. Sono un giovane ragazzo di questa città che lavora tutto il giorno per portare avanti la sua famiglia e la sua vita. Quello che ho subito io è un atto grave che danneggia tutta la nostra comunità”. (fonte sangiovannirotondonet.it)