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Antonio Del Vecchio

Rignano Garganico, venerdì 30 dicembre 2016 -  Meno gente, ieri sera 29 dicembre, terza puntata del Presepe Vivente, a Rignano Garganico. E questo a causa del freddo e del gelo, come recita l’antica nenia natalizia e un po’ anche per le ragioni di cui si dirà. Tra l’altro, c’è l’inflazione dei Presepi Viventi che da alcuni anni si ripetono  in ogni dove sempre uguali e rimediati, specie nel Salento ed in altre parti della Puglia.

 Comunque, va detto subito che quello rignanese, nonostante tutto,  resiste ancora, inalterato e vegeto, come lo fu agli inizi della sua prima uscita, ossia nel 1998, allorché il progetto, inventato in stretta collaborazione da Regione Puglia e Scuola Media del luogo, fu messo in atto con grande entusiasmo dagli  alunni, insegnanti e genitori. In tutto circa 300 comparse.  Lo scopo era prettamente educativo. Si puntava a far conoscere ai ragazzi, unitamente alla storia dell’antico borgo di origine e di fattura medievale, le tradizioni e gli usi e costumi che avevano accompagnato nei secoli la comunità. Un insieme antropologicamente definito “civiltà contadina”.

Al termine si pensò anche di condensare l’esperienza in un libro, al fine di sostenere ed additare alle future generazioni l’importanza e gli scopi dell’anzidetta iniziativa. Si tratta del v. Natale tra ieri ed oggi /Tradizioni, usi e costumi di RignanoGarganico, di Angelo Capozzi e Antonio Del Vecchio, Regione Puglia - Crsec, 2000.  Testo, quest’ultimo, che contiene anche una commedia dialettale ispirata allo stesso tema e le interviste agli anziani, che ora non ci sono più. Negli anni seguenti, l’iniziativa andò man mano migliorando con la produzione di altri testi (Natal’/Viaggio fotografico nel Presepe Vivente di Rignano Garganico, Araiani, 2003; Rignano Garganico /Viaggio segreto nel più piccolo comune del Gargano di Angelo e Antonio Del Vecchio, con foto di Silvio Orlando, Enzo Pazienza, Mario Ardolino ed altri, Araiani, 2007) e persino di un documentario cinematografico di valenza e tiratura nazionale, con attori-protagonisti e comparse del posto che per qualche tempo respirarono aria di celebret gli artefici del medesimo presepio

. Da alcuni anni, gli obiettivi sembrano diversi e si tenta più di copiare che  di  essere portati come esempi, in virtù del suo irripetibile ed originale Centro storico, non a caso inserito, su iniziativa comunale,  nel progetto – piano degli “Borghi più belli d’Italia”. Ed è su questa strada che bisogna proseguire, se si vuole per davvero bene al paese   e puntare sul suo decantato e mai raggiunto  decollo turistico. Ora non resta che prepararsi per l’ultima tappa del 6 gennaio 2017, risegnata quest’anno dal ritorno dell’artistica  “grotta”, realizzata  da Silvio Orlando e compagni. Un creativo puro  nel campo della fotografia e dell’arte figurativa in genere, quest’ultimo, che, con una similare opera, tanto scalpore e consensi suscitò in passato. Insomma, è un buon viatico-auspicio per il futuro.  Ad Maiora!