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Antonio Del Vecchio

Rignano Garganico, sabato 31 dicembre 2016 -  A “l’anno che verrà” di Potenza parteciperà  ‘idealmente’ anche la comunità di Rignano Garganico. Lo sarà in virtù di un gemellaggio storico che pochi conoscono e considerano, specie in un clima di festa nazionale, anzi internazionale, che si respira  per l’occasione. Tanto, in virtù  della presenza-esibizione dei grandi big dello spettacolo, del bel canto  e della musica italiana, quali: Renzo Arbore con l’orchestra italiana, Nek, Arisa, Edoardo Bennato, Tony Hadley, Noemi, Benji & Fede, Alex Britti, Valerio Scanu ed altri.

 Il tutto andrà avanti, come noto, sotto la regia di Maurizio Pagnussat e trasmesso in diretta Rai e in mondo visione. Riprendendo l’accenno iniziale, il centro garganico vi sarà presente, infatti,  col ricordo di uno dei suoi figli migliori,  ‘prestato’ al capoluogo della Basilicata per circa tre lustri nella seconda metà del secolo scorso. Il riferimento è a Padre Antonio Maria Fania (Rignano 1804- Roma 1880), vescovo in quella città dall’aprile 1867 all’autunno del 1879.  Quest’ultimo, non era il solito prete di campagna che aveva fatto carriera per trascinamento, ma l’ intellettuale e scrittore sommo nella Roma di Pio IX.

Qui, aveva fatto parte delle più importanti commissioni ecclesiastiche, compresa quella per il Dogma dell’Immacolata, come lo raffigura in primo piano il Modesti nell’affresco che adorna   una sala omonima del Vaticano contigua a quelle di Raffaello. Brillante la sua ascesa nell’Ordine di San Francesco, di cui fu segretario generale, poi procuratore e per un voto solo mancò l’elezione a Ministro Generale, quello dello stesso Papa, forse preoccupato per le amicizie che il Frate rignanese intratteneva per ‘libertà di pensiero’ con i principali ideologhi del liberalismo, compreso Pietro Giordani. Che dire poi del conterraneo  Gian Tommaso Giordani, liberale pure lui, di cui ci lasciò una biografia? Forse furono proprie queste le ragioni prime della sua promozione a vescovo e l’allontanamento da Roma, perché considerato frate “ scomodo”

. A Potenza lavorò sodo (la ricostruzione della cattedrale di Marsico distrutta dal terremoto del 1857) e la sua fama di “riformista” ante litteram della chiesa locale (Ordinamento di studi nei seminari di Marsico e Potenza)  perdura sino ad oggi. Non a caso un cronista dell’epoca, il Riviello, definì “ il Fania pastore dotto e buono”. <<Se il borgo antico di Rignano è simile a Matera per i famosi ‘sassi’ che lo adornano e sorreggono e Potenza per il vescovo Fania – si chiedono alcune menti illuminate  in paese-   perché non procedere ad un vero ed effettivo gemellaggio con questi due centri? >>.