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Antonio Del Vecchio

Rignano Garganico, venerdì 03 marzo 2017 -  Si piange anche a Rignano Garganico per la morte dei due immigrati, periti durante  l’ennesimo incendio accaduto al noto  Gran Ghetto.  E’ una emozione triste che si prova, nonostante il nome del piccolo centro  non c’entrerebbe affatto,  trovandosi  a circa 25 chilometri dal luogo dell’evento. Forse la predetta comunità avverte  il “dolore” un po’ di più delle altre vicine o lontane che siano,  per via della sua proverbiale sensibilità che da secoli ha nel suo Dna ,  verso l’ospitalità e l’accoglienza dei forestieri.

 Come dichiarato  tempo fa dal sindaco in pectore, Vito Di Carlo, se la corretta’ubicazione’ del luogo fosse stata messa in rilievo e fatta propria dalle  amministrazioni competenti, sicuramente sarebbero state  messe in atto  proposte risolutive confacenti ad evitare ogni disastro e a dare una sistemazione ‘civile’ ai residenti. Invece, questo madornale ‘frainteso’ avrebbe, se non addormentata,  alleggerita la coscienza dei veri responsabili. Se si fosse agito un anno o più anni fa, secondo alcuni osservatori,  si sarebbero pure trovate delle soluzioni ottimali  per quanto concerne l’integrazione, considerato lo spopolamento in atto dei centri abitati montani e delle relative campagne di competenza.

Pertanto, di fronte a questa ennesima tragedia annunciata, nessuno può fare il ‘saputello’, specie i paese dove la campagna elettorale per le amministrative è già alle porte, tirando a caso in ballo questa o quell’altra responsabilità degli amministratori di turno, pur di fare incetta di voti, ma occorre agire di conseguenza per raccontare la “verità” come fa normalmente ogni politico o giornalista sensato. Va ribadito che il luogo interessato, come si evince dalla cartina, messa appunto dall’ingegnere Giuseppe Caruso, su pressione di chi scrive, è ubicato in località “Torretta Antonacci” in agro di San Severo, a 150 metri dal confine comunale di Foggia e a due chilometri circa da quello di Rignano Garganico.

Ecco ora uno scritto apparso “ad horas” a cura di chi scrive su face book <<A proposito della notizia dell'incendio al Ghetto e alla morte dei due immigrati, riportato dalla stampa nazionale, il nome improprio e non giornalistico dato ad esso viene tirato in ballo, "a scoppio ritardato" anche da certi polemisti del paese e dintorni. Rammento che da più anni, sono stati pubblicati decine di articoli. Tant'è che anche Geppe Inserra su Lettere Meridiane ha preso posizione, richiamando in merito la "deontologia professionale". Evidentemente i suddetti "polemisti" leggono poco e male o dovrebbero fare un corso suppletivo di "giornalismo".

C'è stata persino una lettera aperta di protesta al direttore di Telenorba. La nostra testata, ora online, "rignanonews" (è una delle più antiche di Capitanata) è stata sempre presente e vigile su questo e su altri problemi. Quindi, a che serve un addetto stampa, per sperperare ancora una volta denaro pubblico o per accontentare questo o quell'altro pennivendolo? E' vero o non è vero che il governatore della Puglia, Emiliano, ha preso spunto proprio da questi articoli per decidere lo sgombero definitivo in atto del ghetto? Ora l'ultima via da percorrere non resta che quella penale, così come deciso dal Consiglio Comunale>>.