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Antonio Del Vecchio

Rignano Garganico, giovedì 2 novembre 2017 -  Sempre più insicuri i borghi antichi della provincia di Foggia, sia quelli del Subappennino, come Alberona, sia sul Gargano, come Rignano. Tutti colpiti dagli effetti negativi dello spopolamento e dell’abbandono, con i centri storici ormai del tutto vuoti, nonostante l’uso come seconda casa, per originari e per forestieri. Gli abitanti in essi si possono contare sulla palma della mano. Pertanto i fenomeni di furto sono all’ordine del giorno, come pure quelli di vandalismo e di teppismo.

 Rignano è di poco superiore ai 2000 abitanti (ne aveva oltre tre mila negli anni ’50 e superiore a mille nei secoli precedenti. Alberona, dal canto suo ne aveva più di 4000 mila nel 1881 e ne ha meno di mille attualmente.  L’età della loro nascita è attorno all’anno Mille. Afflitti dall’eterna emigrazione. Nei primi anni del secolo scorso, massiccia quella degli alberonesi verso le Americhe, di meno quella rignanese, diretta soprattutto verso gli USA. Intensa per entrambi i centri quella degli anni ’50-’60 verso il Nord Italia e l’Europa industrializzata o di ricostruzione come Francia, Belgio e Germania. Da rilevare ancora che entrambi i centri fanno parte del circuito de”I borghi più belli d’Italia”, per via del loro bellissimo ed incontaminato centro  storico d’origine e fattura medievale.

Ad Alberona il Touring Club Italiano, ha riconosciuto la Bandiera arancione.  Simile la posizione geografica: dominante. L’altra comunanza è il Presepe Vivente, iniziativa rivolta a far rivivere il borgo antico  e le sue tradizioni, più esperita quella del centro garganico risalente la stessa al 1987.  A suscitare l’attenzione su Alberona ci ha provato qualche giorno fa l’opposizione comunale di “Vivi Alberona  - Cambiamo Alberona. Lo hanno fatto con un succoso  comunicato stampa, con l’intento di chiedere la convocazione di un tavolo per la sicurezza, col titolo ovviamente ad effetto “Un territorio abbandonato e un’amministrazione inadeguata. Serve una serie di azione politica per ridare alla comunità la naturale e storica serenità”. 

Si passa, poi, alla cronaca dei fatti, sottolineando la gravità. Il riferimento è “…ai continui furti avvenuti nei mesi scorsi, soprattutto nel centro storico; agli incendi (pare tutti di natura dolosa); al furto di un’auto; all’esplosione del bancomat per un tentativo di furto, secondo episodio dopo quello avvenuto lo scorso gennaio…”. Ciò sarebbe favorito , secondo gli estensori, oltre che dallo status quo, ossia dallo spopolamento della zona interessata, priva di ogni controllo di sociale e di comunità, ma anche da un presunto ‘disinteresse’ dell’Amministrazione comunale. Le vittime dei soprusi sarebbero per di più, si evidenzia più avanti, gente originaria del posto verso la quale non sarebbe stato espresso alcun minimo “messaggio di solidarietà e rassicurazione”.

Si conclude lo scritto, facendo sapere che “La comunità pretende sicurezza ed attenzione, per questo proponiamo con forza al sindaco di chiedere al prefetto la convocazione di un tavolo sulla sicurezza. Opportuno sarebbe, nel contempo, il coinvolgimento istituzionale dei comuni limitrofi interessati dallo stesso grave fenomeno”. Va da se che l’abbandono in predicato, ossia degli anzidetti “Borghi più belli d’Italia”, non sarebbe dovuta, secondo i bene informati in materia, alla trascuratezza di amministratori locali, quanto alla completa assenza di una politica in tal senso da parte del governo centrale che a parole prometterebbe tanto, ma in concreto non incide mai con politiche d’investimento serio che si tramuterebbero presto in crescita turistica ed economica in generale, essendo i borghi il ‘fulcro’ della bellezza e della storia dello Stivale. 

 

N.B. Nella Foto: Rignano dall’alto più Alberona panoramica