Antonio Del Vecchio

Rignano Garganico, lunedì 19 marzo 2018 -  Rignano in festa, ieri sera, per la benedizione e ripristino funzionale della plurisecolare statua della Madonna di Cristo, da poco restaurata. Il tutto, anziché alla millenaria chiesa rurale, ubicata ai piedi della montagna, a circa 6 chilometri, si è svolto in paese, per via del cattivo tempo. Ad assistere all’evento c’era l’intero popolo, legato al culto e venerazione della Madre di Cristo, da più di mille anni.

Ecco come si sono svolti i fatti. Alle ore 18.00 la statua è stata prelevata dalla centralissima chiesa del Carmine all’imbocco del centro storico medievale ed accompagnata in processione, attraverso Corso Giannone, sino alla Chiesa Matrice “Maria SS. Assunta”.  A precedere il corteo c’era la grande Croce, tenuta issata dall’immancabile factotum, Alessandro Marino  e a seguire i chierici (compreso Matteo) in fila e poi il clero con i sacri abiti della festa, composto da Mons. Giovanni Checchinato, il parroco Don Santino Di Biase e il vice don Antonio Gianfelice. Quindi, la sacra effigie portata a spalle dai devoti, con dietro le autorità comunali con il sindaco Luigi Di Fiore in fascia tricolore (c’erano pure: il vice Emanuele Di Fiore, il consigliere delegato Giuseppe Motta) e i carabinieri della locale stazione con il comandante  M.llo Francesco Falco, seguita da una folla di popolo commosso ed orante. In piazza chiesa, a salutare tutti ci ha pensato lo sparo di una selva di mortaretti. Quindi, l’ingresso nel sacro tempio, seguito dalla preghiera del vescovo e dalla Santa Benedizione. Subito dopo la celebrazione della Santa Eucarestia, officiata dal predetto clero sotto l’alta presidenza di Mons. Checchinato.

La sua omelia si è incentrata sul tema della Madre di tutti e l’aggancio dell’avvenuta  visita di Papa Francesco, a San Giovanni Rotondo, venuto per venerare la tomba di Padre Pio, il santo umile e carismatico che tutto il mondo conosce ed ama. Giuseppe Del Re, emerito docente e poeta-scrittore dal canto suo ha composto e declamato per l’occasione una poesia dedicata alla Vergine, di cui si riporta la strofa che segue: <<…E’ qui la Mater Christi Benedetta, /quale colomba con ramo d’ulivo: /“a pace induci nostr’alma, o Diletta, /rendici il core d’ogni angoscia privo…>>. Al termine, i saluti. Ha cominciato Don Santino, contento per questo Bel giorno, ricco di emozioni e di fede popolare verso la Vergine, ritornata a splendere non solo nella forma, ma anche come simbolo di eterna protezione verso la comunità e la famiglia. Ha ringraziato gli astanti, per la loro numerosa presenza, i benefattori, per aver contribuito al restauro di tanti santi (addirittura otto) con il metodo dell’adozione. Così facendo, hanno rinnovato e restituito alla cittadina l’esempio devozionale dei loro padri e l’orgoglio di perseguire nel medesimo solco alle nuove generazioni.

Il vescovo, a sua volta, ha pronunciato anch’egli parole di gratitudine  per avere avuto modo di vivere una serata gioiosa e piena di buoni sentimenti in termini di fede e speranza per il futuro. Si è promesso di ritornare il Martedì in Albis, festa annuale della Madonna, per riassaporare nella campagna dove c’è il Santuario, la medesima gioia e soddisfazione spirituale. Arrivederci, dunque, alla Madonna di Cristo (omonima Chiesetta rurale)! Per quel giorno ci si promette per davvero  una grande festa con l’arrivo di tantissimi rignanesi di fuori e di  pellegrini provenienti dai paesi vicini e lontani, così come da sempre è accaduto nel corso dei secoli trascorsi, ben descritti nel romanzo verista Rosedda di Giulio Ricci, nel ricordo tramandato per via di storia orale dalle passate generazioni e suggellato anche  da riferimenti di valore storico inconfutabili.