Antonio Del Vecchio

Rignano Garganico, sabato 4 aprile 2020 - Dieci anni fa moriva nel letto di un ospedale (sopraggiunto d’urgenza) in quel di Bari, Giovanni Scarale, poeta e scrittore sangiovannese  tra i più grandi e prolifici del Gargano, noto ed apprezzato non solo al Sud, ma nell’intero Stivale. Non per niente sino agli ultimi giorni della sua vita fu un assiduo frequentatore della Milano letteraria, collaborando strettamente con la Mondadori. 

Ma io lo voglio ricordare da vicino. Egli era assai  legato al mio paese da sempre, per motivi di affetto verso i suoi abitanti, dimostrato in ogni situazione, come quando fu determinante nel restauro del vecchio municipio o quando incise nell’apertura del Centro di riabilitazione”Padre Pio” e soprattutto per la sua onnipresenza in tutti gli eventi culturali che hanno interessato la mia cittadina, da quelli più lontani negli anni a quelli più vicini, de “I Rignanesi nel Mondo”, al cui successo ha contribuito in modo determinante con i suoi interventi orali e scritti.Un esempio su tutti il racconto - verità di Padre Marcuccio, emigrato sui generis, d’Australia, contenuto nella seconda edizione del libro “ E così ho lasciato la mia terra…” storie di vite di emigrati garganici. San Giovanni Rotondo”, di cui sono coautore assieme a Sergio D’Amaro.

Ed è per questo, che la famiglia, in primis la vedova Giuseppina D’Errico, ha voluto che avvenisse a Rignano la presentazione in anteprima del v. I Canti Settembrini, opera postuma del poeta di Padre Pio per antonomasia.La stessa, illustrata a suo tempo da Maria Antonietta Di Sabato, comprende una raccolta, che racconta in poesia i principali fatti di cronaca ed anniversari legati alla figura ed opera del Santo, succedutisi per 42 anni di fila, dalla morte del Frate delle Stimmate, avvenuta il 23 settembre 1968  a tutto febbraio 2010. Non si va oltre anche perché da lì a qualche mese il poeta per antonomasia del Frate, scompare. Infatti, come accennato all’inizio,  lo raggiungerà in cielo il 2 aprile, Venerdì Santo 2010, giorno della morte del Signore, stroncato da un improvviso malore.

Lo scritto, oltre ‘a fare storia’ con le rime, si accompagna di puntuali e lapalissiane  note di cronaca, bene espresse, grazie al suo linguaggio asciutto di giornalista e di uomo che porge l’orecchio più al popolo che ai potenti di turno. Non a caso, a tutt’oggi Scarale è definito coralmente una delle ultime grandi ed autentiche  “voci” del Gargano, della Puglia e del Mezzogiorno in generale, essendosi espresso, al pari di altri,  anche con la lingua del popolo, il dialetto sangiovannese, con il quale molti altri suoi amici lo hanno voluto ricordare con scritti vari e soprattutto video, recitando in questo decennale qualche sua immortale lirica.    *Giovanni Scarale, I canti Settembrini per Padre Pio, Faloppio (Co), LietoColle, dicembre 2016, pp. 155 € 15.00. Info: www.lietocolle.com