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Antonio Del Vecchio

Rignano Garganico – martedì 24 novembre 2020 - Grazia Botta si è appena laureata in Infermieristica con 110 e lode con una tesi sull'emigrazione dei colleghi dall'Italia nel resto del mondo. Possibile grazie ad uno studio di AssoCareInformazione.it e di AssoCareNews.it. Ce l'ha fatta e alla fine ha totalizzato 110 e lode. Grazia Botta, 26 anni, è neo-Infermiera e si è già iscritta all'Ordine delle Professioni Infermieristiche di Foggia. La sua è una vittoria personale dedicata a tutta la sua famiglia ed in particolare al papà Vincenzo, pure lui sanitario, venuto meno qualche anno fa per un malore improvviso, alla mamma Anna, al fratello Michele e ai suoi pargoli.

 

Lei è anche mamma e da mamma ha dovuto affrontare tre anni di duro lavoro e di duro studio, che poi l'hanno ripagata di tutto. E' originaria di Rignano Garganico, il più piccolo comune del Parco Nazionale del Gargano.

Ha discusso una tesi sull'emigrazione infermieristica italiana nel mondo dal titolo emblematico: "Vado a lavorare all'estero; come, dove e perché?". Il lavoro finale è stato relato dal prof. Matteo Steduto.

Lei ha studiato presso il Polo didattico di San Giovanni Rotondo (FG), Casa Sollievo della Sofferenza (Università degli Studi di Foggia).

La sua opera fa discutere: è veramente tutto oro quel che luccica all'estero o in realtà i nostri colleghi non stanno poi così bene fuori dall'Italia?

Ecco l'introduzione della sua tesi.

È sempre più frequente all’interno della realtà italiana laurearsi come infermiere ma non riuscire a trovare un lavoro stabile ed appagante; andare all’estero spesso risulta essere l’unica soluzione valida.

La mancanza di lavoro da un lato e la facilità di assunzioni e promozioni dall'altro permettono un grande afflusso di personale da tutta Europa. In particolare sono tantissimi i giovani infermieri laureati italiani che decidono di fare esperienza all’estero.

C’è chi decide di partire per necessità, chi per curiosità, chi per sfidare sé stesso e chi punta ad avere una qualità di vita migliore.

Chi decide di affrontare un’esperienza simile non sceglie all’ultimo minuto, alla base risulta esserci comunque una forte motivazione e una profonda passione per lacrescita ed il miglioramento oltre che un enorme desiderio di affermarsi e valorizzare la professione che si è scelta.

Da tutto questo traspare sicuramente l’ottimo livello formativo che l’Italia eroga nel corso di studi ma anche la tristezza perciò che l’Italia potrebbe offrire se ci fossero condizioni migliori. Nel presente lavoro si cercherà di descrivere il fenomeno dell’emigrazione infermieristica analizzando le motivazioni, gli stimoli e le ambizioni che spingono molti giovani infermieri ad emigrare dal proprio Paese. Inoltre si cercherà di dare una rispostaalle domande: “Perché c’é una sorta di corteggiamento da parte dei Paesi europei nei confronti degli italiani? Sono riconosciute le loro maggiori capacità e competenze o è solo una questione di evidente bisogno di personale? Quali sono le procedure di reclutamento?”

È davvero tutto oro quello che luccica oppure nella “vetrina” delle opportunità si nascondono anche altre ed insidiose difficoltà?

In molti hanno la convinzione di partire per atterrare su un altro pianeta sicuramente più all’avanguardia ed avere l’opportunità di sperimentare un nuovo modo di “essere infermiere”. Sarà tutto vero?

La presente testata si unisce al coro generale nell’esprimere all’interessata e alla sua famiglia il suo più avvertito augurio!

N.B. La sua tesi è su link di  AssoCareInformazione.it e della redazione del quotidiano sanitario nazionale AssoCareNews.it.

Foto: l’interessata posa sulla Ripa (Belvedere)di Rignano Garganico