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Antonio Del Vecchio

Rignano Garganico, lunedì 15 marzo 2021 -  Strano, ma non di meno importante referendum cittadino a Rignano Garganico. Si tratta di dire si o no al taglio degli alberi da giardino che adornano da decenni Via Roma, detto anche Corso. E questo,  a simboleggiare l’importanza della principale arteria di ingresso al paese. Arteria che un tempo ti portava, infatti, alla Porta Grande del  borgo antico di origine e fattura medievale. Porta, quest’ultima, abbattuta nel 1869, a seguito del cambio di guardia  dal regime borbonico  a quello dell’unità d’Italia sotto Casa Savoia.

Non a caso la parte antistante viene detta, appunto, Largo Portagrande. A sostenere la tesi dell’abbattimento e sostituzione delle piante, oltre al loro pessimo  stato di salute, ci sono i lavori in corso di sistemazione delle strade laterali, dei marciapiedi e dello stesso fondo stradale che dovrebbe passare da bituminoso a pietra. Altresì, a preoccupare di più sono le radici delle piante cresciute per via degli anni e ramificatosi nel sottosuolo, minando gli stessi fabbricati. Per cui, il “repulisti” diventa salutare da ogni punto di vista, compreso quello estetico, che, a quanto previsto, sarà garantito in futuro  dalla crescita delle nuove piante selezionate appositamente dai tecnici e dagli amministratori.

Secondo quest’ultimi, la raccolta firme che è proseguita per tutta la giornata di ieri con le dovute distanze e gli accorgimenti anti-Covid con l’accesso all’apposito tavolo allestito di fronte alla Chiesa di San Rocco, alla presenza dell’intero staff amministrativo, compreso il sindaco Luigi Di Fiore. Prima della pavimentazione di strade e marciapiedi saranno conclusi a tamburo battenti il resto delle infrastrutture superficiali e sotterranee attinenti lo scolo delle acque bianche, della fogna, delle reti elettriche e telofoniche, compresi i cavi della fibra ottica, traducendo in pratica l’attesa rivoluzione delweb anche in un piccolo centro, come quello in parola, toccato per prima tanti anni fa dalla conduttura principale e in tempi più recenti dalla realizzazione della rete urbana.

Secondo i bene informati, a volere fortemente l’anzidetto referendum , oltre al sindaco Di Fiore, sarebbe stato il diretto responsabile del settore ossia Giosuè Del Vecchio, assessore unico Giosuè Del Vecchio, unitamente ai tecnici progettisti e ai direttori dei lavori, oltre alle imprese appaltatrici. “Prima si  fa, meglio è - ha chiosato telefonicamente col suo forbito dire pratico. Se vogliamo bene al paese e renderlo bello – ha aggiunto -, talvolta, qualche sacrificio ‘ideologico’ bisogna farlo. Noi non siamo per l’ambientalismo solo di nome ma anche a quello di fatto e compatibile con i luoghi e  la vita dei cittadini”.