Antonio Del Vecchio

Rignano Garganico, sabato 22 gennaio 2022 -  Si arroventa prematuramente il dibattito politico per le amministrative prossime a Rignano Garganico. Lo stesso, come noto, vede di fronte tre probabili schieramenti: quello “Uniti per Rignano” che fa capo al candidato sindaco in pectore, Matteo Stanco, attualmente all’opposizione; il sindaco uscente Luigi Di Fiore per il movimento “Rignano che vorrei” e una terza lista che dovrebbe raccogliere gli scontenti dell’uno e dell’altro campo, rappresentata al momento da un grosso e noto imprenditore.

E questo in nome e per conto della cosiddetta “Rignano del fare”, a quanto ci fa capire lui stesso, già dimostrata in passato per i tanti obiettivi concreti raggiunti, a differenza di quella del ‘dire’ che non ne avrebbe messo a segno nessuno. Basti pensare, per dirla tutta, al progetto “Vita sana”, argomento speso in tante elezioni, ma rimandato puntualmente alle calende greche ossia al non farsi mai. Altrettanto dicasi per la lussuosa casa di Napoli, lasciata in eredità al Comune dallo scomparso Giuseppe Ricci per destinarne i proventi di qualsiasi tipo al ‘sollievo’ degli anziani del posto. Obiettivo, quest’ultimo, non ancora messo in pratica, anzi tradito, in quanto l’immobile fu affittato, senza consulto e discernimento alcuno, ad una banca per far profitti. Sono trascorsi quasi vent’anni e a nome e per conto del povero “Ricci”, nulla ancora è stato fatto, né qualche dedica in suo ricordo.

Fa rabbia per esempio nel constatare come anche in occasione dell’inaugurazione del Centro Polivalente per Anziani di Via Dante (ex-cortile Palestra) ci sia dimenticato di questo nome, sostituito dall’abusato “San Rocco”. C’è povertà non solo di politica ma anche di idee ‘elementari’ da ogni punto di vista. Perciò, secondo il terzo incomodo,  non bisogna credere più ai roboanti e fantasiosi programmi, tirati fuori chissà da quale cassetto conditi di moralismo a buon mercato, ma privilegiare l’esperienza e i pochi e decisivi fatti, necessari per rilanciare al meglio le vocazioni proprie del territorio.

In primis, il riferimento è all’agricoltura, sia della piana, sia della montagna. Nel primo caso, con la messa a dimora, oltre dei soliti graminacei, ma con l’ampliamento qualitativo delle colture specializzate (asparagi, broccoletti, melograni, ortaggi, ecc.), gli impianti di trasformazione e commercializzazione degli stessi, unitamente ai frantoi per la molitura delle olive e l’imbottigliamento dell’olio, ai caseifici, ai salsifici e chissà domani anche per la lavorazione dell’uva e la produzione di vini doc, ecc. Nel secondo caso, il recupero in toto della montagna (circa 4000 mila ettari), attualmente del tutto abbandonata e soggetta al pascolo abusivo e alla deforestazione. Lo si può fare con la costituzione di un consorzio, capitanato dal Comune, che con i suoi circa 600 ettari è il maggiore titolare e l’inserimento di tutte le proprietà private polverizzate.

Tra gli interventi da attuare: il recupero forestale per quanto attiene la proprietà pubblica, destinando le zone spoglie ed abbandonate prevalentemente al pascolo allo stato brado, suddividendolo e affittandolo ai pastori ed allevatori del posto già all’opera o in procinto di farlo. Nel contempo prevedere ed attuare opere di recupero dell’architettura rurale, come macere, tratturi e pagliai, abbandonati da tempo a se stessi e al furto delle sue preziose pietre calcaree, scavate dal sole e dall’acqua.

C’è poi il turismo in tutte le sue sfaccettature (culturale, gastronomico e naturalistico). C’è poi, il discorso dell’efficientamento energetico e della messa in funzione della rete della fibra ottica. Nel primo caso, sull’esempio di quanto già fatto in pianura con le pale eoliche, che hanno arricchito una ventina di famiglie rignanesi, bisogna proseguire il medesimo discorso attuativo anche nel centro abitato con investimenti sia nell’eolico, sia nell’energia solare, ampliando così l’intervento, dopo quello sugli edifici pubblici, anche agli immobili privati. Un intervento, quest’ultimo, resosi ormai necessario ed indispensabile, dato l’aumento stratosferico del caro bollette.

Infine, ci sono i servizi alla persona, in tutte le sue espressioni, sanitarie, assistenziali e di riposo soggiorno, a cominciare dai residenti e per finire agli eventuali ospiti che scelgono il paese, dove migliorare il proprio stato di salute, grazie all’aria ossigenata e rigenerativa. E dove potrebbe nascere un luogo per ospitarli e perché no curarli.