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Redazione

Rignano Garganico, venerdì 12 maggio 2023 -  Il Fiani-Leccisotti di Torremaggiore, per due giorni, veste i panni dell’archeologia nel laboratorio sperimentale di Grotta Paglicci. Neanche il maltempo e la pioggia, ampiamente annunciati dai vari bollettini meteo, sono riusciti a contenere l’entusiasmo dei ragazzi e la loro voglia di ritornare a condividere giornate di evasione e di scoperte delle bellezze che il nostro territorio, in particolare il Gargano, ci offre.

Mercoledì 3 maggio e Martedì 9 maggio, il dirigente scolastico Carmine Collina del Fiani – Leccisotti di Torremaggiore accoglie favorevolmente l’uscita didattica agli alunni delle classi 2CLS-2DLS poi 1FLSE e 1CLS, accompagnati dai docenti Parrella, Saragnese, Fiore, Ruscitto, Angelicola R., Carafa M. e Bufalo, in una interessante scoperta di due notevoli testimonianze archeologiche e storiche presenti nel nostro territorio.  La mattina è stata interamente dedicata alla visita del museo di Grotta Paglicci, sito in Rignano Garganico, che custodisce, tra l’altro, reperti risalenti al paleolitico ,come ossa umane e frammenti di pareti con incisioni e pitture parietali, rinvenuti nella grotta in località Paglicci, dimora abituale degli uomini vissuti nel Paleolitico. Nella grotta sono state rinvenute anche tre sepolture , risalenti al periodo Gravettiano ed Epigravettiano.

Si è ormai concordi nel ritenere i resti di Paglicci appartenenti all’uomo di Cro-Magnon. Questa grotta è oggetto di lavori di scavo continui e rappresenta uno dei principali siti paleolitici a livello internazionale in quanto ricca fonte di preziose testimonianze di vita di quel periodo storico. Al termine della visita al museo, i ragazzi sono stati i protagonisti di un interessante laboratorio archeologico sperimentale, in cui hanno potuto provare e osservare , grazie alla mano esperta del presidente del C.S.P. Enzo Pazienza, le manovre che i primitivi compivano per creare gli strumenti ed i mezzi per la loro sopravvivenza. In particolare hanno osservato come essi riuscivano a produrre arnesi per la caccia e come riuscivano ad accendere il fuoco sfregando semplicemente tra loro rocce come la pirite e la calcedonia

capaci di sprigionare fiamme a contatto con materiale ricavato da un fungo. Nel pomeriggio c’è stata la visita al complesso monastico di Pulsano, vicino Monte Sant’Angelo, nei cui dintorni si trovano numerosi eremi, ventiquattro quelli visibili, alcuni costituiti da una semplice grotta e altri da piccole costruzioni solitarie su dirupi impervi. Ad accogliere i ragazzi e guidarli nella visita , padre Efren della comunità dei fratelli di S. Maria di Pulsano.  La suggestione di questo complesso monastico, che fu edificato nel VI secolo per opera del monaco-papa San Gregorio Magno e che ha rappresentato nei secoli il luogo di dimora di monaci che si sono dedicati alla contemplazione e all’ascesi, è legata in particolare alla ricca iconografia in essa custodita e allo splendido panorama sul Golfo di Manfredonia. Il rientro in sede è stato allietato dai canti gioiosi dei ragazzi e dai raggi di un timido sole tramontino che ha spazzato completamente le nubi in entrambe le due giornate.

Prof.ssa Viviana Saragnese – Prof. Andrea Ruscitto